News24 novembre 2022 13:42

Generazione parità

I giovani protagonisti dell’evento organizzato dalla Cgil per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne

Generazione parità

Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite in ricordo delle tre sorelle Mirabal, eroine rivoluzionarie della Repubblica Dominicana assassinate in quella data nel 1960.

La Camera del Lavoro di Savona - Belle Ciao per la parità di genere, il Coordinamento donne Spi Savona (Sindacato pensionati italiani) e l’Osservatorio Parità di Genere dell’Auser hanno prodotto per l’occasione lo spot “Domani”, un videoclip  di Camilla Floreancig e Rocco Malfanti che pone al centro del dibattito lo sguardo degli  altri su di sé.

Il video, presentato oggi nella Sala Rossa del Comune di Savona dopo un saluto del sindaco Marco Russo, è stato seguito dal lavoro prodotto da due classi quinte dell’Istituto Mazzini da Vinci - Savona, una serie di video interviste in cui ragazzi e soprattutto ragazze raccontano alcuni episodi in cui hanno avuto paura: dal fidanzato geloso che vorrebbe impedire alla “sua” amata di partecipare a una festa fino a incontri sgradevoli con sconosciuti per la strada, la strada contro la discriminazione in Italia è ancora lunga.

Una strada che, ricorda il segretario provinciale Cgil Andrea Pasa, necessariamente passa dai giovani, dalla loro educazione e anche dal lavoro, insostituibile strumento di emancipazione che garantisce quella libertà economica e di pensiero necessaria per affrancarsi da condizioni di sottomissione: secondo le statistiche, osserva Pasa, non avere un lavoro aumenta di tre volte il rischio di subire situazioni di violenza. In Italia ogni 72 ore viene uccisa una donna, senza particolari distinzioni di status: infatti, ricorda Pasa, vittime e aggressori appartengono a tutte le classi sociali.

Non solo le giovani sono a rischio, ha ricordato la referente per le politiche di genere di Auser Savona Anna Traverso: quella che si consuma troppo spesso contro le donne anziane viene chiamata “violenza silenziosa”, ma non per questo fa meno male. E dal monitoraggio di una delle regioni italiane maggiormente avanzate sulla questione della parità di genere, la Toscana, emerge che il 35 per cento dei femminicidi vede come vittime proprio donne anziane.

L’argomento non lascia indifferenti le nuove generazioni, che stamattina sono state protagoniste dell’evento: due diciottenni, Alessia e Massimo, illustrando il lavoro che hanno presentato in Sala Rossa hanno dimostrato di avere le idee chiare. “Questo progetto - ha osservato Alessia - ci ha permesso di capire il problema, e l’importanza dei diritti. La nostra generazione ha le potenzialità per cambiare le cose” mentre Massimo da uomo si pone un problema etico importante: “impensabile che ci siano uomini che picchiano, violentano, uccidono. Noi maschi dobbiamo chiederci cosa possiamo fare”.

A rispondergli Elena Pioppo, psicologa dell’ASL 2 savonese che richiama il modello spagnolo: la Spagna, pur essendo un paese “a cultura machista” quanto l’Italia, ha messo in campo una serie di iniziative che coinvolgono la scuola e in generale il mondo maschile, riuscendo a ridurre le violenze e incrementare le denunce.
La ricetta è semplice e capillare: diverse ore settimanali di incontri sul tema della parità di genere nelle scuole, sostegno alle donne che denunciano, controlli contro la sessualizzazione del corpo femminile negli spot pubblicitari, leggi specifiche come quella, recentemente approvata, “Solo sì es sì” (solo sì vuol dire sì), e ben 106 tribunali dedicati alla violenza di genere.

Un modello che sarebbe utile replicare al più presto anche nel nostro paese.

Giovanna Servettaz

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