I DEA 2, presidi ospedalieri di II Livello, sono dotati di tutte le strutture previste per l'ospedale di I Livello, nonché di unità di cardiologia con emodinamica interventistica attiva 24 ore su 24, neurochirurgia, cardiochirurgia e rianimazione cardiochirurgica, chirurgia vascolare, chirurgia toracica, chirurgia maxillo-facciale, chirurgia plastica, endoscopia digestiva ad elevata complessità, broncoscopia interventistica, radiologia interventistica, rianimazione pediatrica e neonatale (terapia intensiva neonatale), medicina nucleare e altre eventuali discipline di alta specialità; devono essere presenti 24 ore su 24 i servizi di radiologia con almeno T.A.C. ed ecografia (con presenza medica), laboratorio e servizio immunotrasfusionale.
Alla Regione Liguria il Comitato ha chiesto da tempo di prendere in considerazione la possibilità di un Dea 2 diffuso, come peraltro già avviene a Genova. Ma a De Ferrari sembrano non sentire ragioni.
“Se il Dea di secondo livello diffuso non è tecnicamente recepibile nel Savonese, come possono esserlo il Gaslini diffuso, il San Martino diffuso, il Galliera diffuso, con legge regionale o delibere?” si chiede dunque Giampiero Storti, presidente degli Amici del San Paolo.
“Prendiamo atto dell’onestà intellettuale di Filippo Ansaldi, direttore di A.Li.sa, che ammette che il Dea 2 diffuso è già realtà nell’Asl savonese e ci chiediamo come possa continuare a reggere, istituzionalmente, un Dea 2 periferico carente di specialità fondamentali, col rischio che venga cancellato per accentrarle a Genova".
"Il Dea di secondo livello diffuso tra San Paolo e Santa Corona - conclude Storti - rafforzerebbe la struttura e allontanerebbe i rischi della sua abrogazione”.