Salute & Veleni04 agosto 2023 14:36

Rigassificatore: i rischi veri

Ferruccio Sansa: "Diciamo no a un rigassificatore a 4 km da centri abitati da centinaia di migliaia di persone, a 4 km da spiagge che d'estate attirano centinaia di migliaia di turisti. Piero Angela spiegava come la metaniera che si spezza vicino alla costa sia l'incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche"

Rigassificatore: i rischi veri

"Oggi Toti ha convocato i sindaci di Vado, Savona, Quiliano, Cairo per parlare del colossale rigassificatore di Vado.
Sì, lo vuole mettere proprio a Vado, dove la centrale a carbone per decenni ha aumentato la mortalità del 49%. Lo vuole mettere proprio in Liguria dove, caso unico in Italia e forse nel mondo, ne esiste già uno" dichiara Ferruccio Sansa, capogruppo della Lista Sansa in Regione.

"Noi della Lista Sansa diciamo no. E per spiegarlo, per descrivervi i rischi di mettere un rigassificatore a 4 km da centri abitati da centinaia di migliaia di persone, a 4 km da spiagge che d'estate attirano centinaia di migliaia di turisti, riportiamo le parole di Piero Angela. Perché non ci si può ricordare del grande divulgatore scientifico quando muore e poi ignorarlo quando lancia allarmi così drammatici".

Di seguito, il consigliere regionale cita un brano tratto da "La sfida del secolo. Energia. 200 domande sul futuro dei nostri figli" di Piero Angela e Lorenzo Pinna, 2008.

“Una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura (quella di Vado potrebbe arrivare a 170mila, ndr), contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube.
Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell'aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l'aria. Una miscela fra il 5% e il 15% di metano con l'aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile.

Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell'ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall'esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in "piccole dosi", dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell'arco di 80 anni.

Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile' - e aggiungeva Piero Angela - Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario "energetico" possibile. Cioè l'incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche".

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