"Nella stesura dell’esposto - dichiarano gli amministratori - ci siamo giovati della collaborazione di due consulenti legali che ci hanno aiutato a evidenziare alcuni possibili profili di illegittimità riscontrabili al momento della presentazione del progetto.
Ovviamente non siamo dei giuristi, perciò chiediamo alla magistratura di esaminare l’eventuale presenza di:
reati contro l’incolumità pubblica, a tutela della salute e dell’ambiente;
reati contro la pubblica amministrazione (ipotizzando abusi e omissioni nella procedura amministrativa);
reati di falsità in atti (considerati i travisamenti e gli occultamenti illustrati nell’esposto)
reati contro il patrimonio pubblico mediante frode (considerando anche le risorse pubbliche dedicate).
Analizzando il progetto, al momento della sua presentazione la scorsa estate, e la procedura seguita per promuoverlo, ci è parso di notare una serie di incongruenze che potrebbero sfociare in vere e proprie ipotesi di reato.
Cominciamo col dire che l'intero iter del progetto è stato portato avanti da Snam Frsu Italia d’intesa con il commissario Giovanni Toti in modo semi clandestino, finché non è stato obbligatorio informare i Comuni coinvolti. Era il luglio 2023 quando Giovanni Toti presentava ai sindaci un progetto di migliaia di pagine e dunque difficile comprensione in tempi brevi, gravemente lacunoso, corredato da immagini fuorvianti e da studi tanto verbosi quanto discutibili.
Siamo stati tra i primi a capire che nelle segrete stanze si stava giocando una partita delicatissima per il futuro del nostro territorio, con l’obiettivo di piazzare un vero e proprio impianto industriale a ridosso di un’area marina protetta, probabilmente unico caso al mondo di questo genere.
Toti consegnò ai sindaci una brochure con rendering ingannevoli sull’impatto visivo del rigassificatore e degli impianti a terra, in particolare il Pde previsto a Quiliano.
Entrando nel merito del progetto, ascoltati anche i pareri di autorevoli biologi marini, abbiamo riscontrato una serie di omissioni o errori, tutti volti a dimostrare che il rigassificatore non comporterà nessun danno per l’ambiente e sarà completamente sicuro.
Gli studi redatti dal Rina per conto di Snam presentano lacune clamorose, come ad esempio l’analisi di un solo anno (e il più mite!) sull’andamento di venti e mareggiate. E ancora: sono state completamente “dimenticate” le interferenze con l’Area Marina protetta di Bergeggi, tutelata da leggi europee e nazionali, area contigua alla zona di stazionamento della Golar Tundra e delle gasiere di rifornimento, che avrebbe dovuto essere ampliata su richiesta dell’Unione europea e della stessa Regione Liguria, che poi insabbiò la pratica.
Tutto questo nell'intento di tranquillizzare la popolazione con una realtà quantomeno travisata sulle conseguenze socio-economiche-ambientali che porterà con sé l'arrivo del rigassificatore nel 2026, se il progetto dovesse andare avanti.
Proprio in vista dei prossimi passaggi del progetto, approfittiamo dell’occasione di questo incontro per fare un paio di appelli.
Il primo è agli scienziati e ai tecnici che fanno parte della Commissione Via che dovrà decidere se il rigassificatore può essere trasferito a Savona-Vado. Chiediamo loro di non farsi influenzare dalla potenza economica della Snam e dalle pressioni governative, ma di lavorare in scienza e coscienza, senza pensare a eventuali ritorni economici o di carriera.
Un secondo appello lo vogliamo fare ai giornalisti, affinché riservino anche a chi è contrario all’arrivo del rigassificatore a Savona-Vado (migliaia di cittadini, migliaia di lettori) lo stesso trattamento mediatico offerto al presidente della Regione e ad altri potentati politici ed economici che lavorano per portare qui la Golar Tundra".











