News05 giugno 2025 12:47

Savona e i referendum

L'esito dei referendum su lavoro e cittadinanza dovrà essere verificato sia sotto l'aspetto della partecipazione al voto, sia al riguardo dell'affermazione del "Sì'" nei cinque quesiti: un risultato che avrà un impatto signficativo anche sui temi economici, infrastrutturali, della produzione industriale nella nostra provincia (di Franco Astengo)

Savona e i referendum

 

Il concreto evidenziarsi di una ripresa di protagonismo da parte del movimento dei lavoratori dovrà, infatti, corrispondere ad una forte incidenza progettuale anche nel riguardo delle istituzioni e delle forze politiche sui temi essenziali del lavoro affrontando gli elementi di debolezza strutturale del nostro impianto economico sotto l'aspetto demografico, della condizione dei comparti produttivi, dei fenomeni di lavoro povero legati all'adozione di modelli di sfruttamento anche del territorio profondamente sbagliati anche sul piano dell'utilizzo delle risorse e della stessa accumulazione di capitale.

Questa occasione va colta per avanzare nuovamente una proposta di "Vertenza Savona" che funzioni anche da stimolo, in questo preciso momento di vigilia della scadenza referendaria, alla partecipazione al voto: abbiamo bisogno di una forte presenza alle urne e di una chiara affermazione del "SI'" anche per portare avanti sul nostro territorio istanze di lavoro nuovo, tecnologicamente avanzato, produttivo.

Il rafforzamento della capacità infrastrutturale, tecnologica, produttiva del nostro territorio rappresenterebbe anche un punto di avanzamento per attività terziarie, commerciali, turistiche che non possono essere rinchiuse in un recinto di arretrata difesa corporativa di accumulazione da egoismo di categoria.

Non basta reclamare una "libertà d'impresa" che sconfini nella licenza fiscale e in quella del trattamento iniquo dei lavoratori: ci si deve rendere conto della fondamentale necessità di programmazione economica, rispetto all'uso del territorio,regolamentazione delle forme di lavoro quali fattori di progresso ordinato e costante dell'economia e delle condizioni materiali di vita della popolazione.

Anticipiamo allora alcuni tratti progettuali sui quali potrebbe fondarsi una "Vertenza Savona":

1) E' necessaria una ridefinizione delle aree in cui è suddivisa la provincia e sulle diverse necessità d'intervento. Soprattutto sarebbe indispensabile analizzare forme economiche che mantengono strutture di tipo corporativo ormai anacronistiche rispetto alla dinamicità richiesta da nuovi processi di possibile crescita e riflettere sulle caratteristiche strutturali di un calo demografico da intendersi come grave sintomo della crisi savonese per essere così accentuato e di lunga durata.

2) Questione vitale è quella del recupero a un flusso di interventi produttivi per l'area del savonese e della Valle Bormida che, vista gli esiti concreti della dichiarazione di area industriale di crisi complessa, necessitano di una specifica pianificazione che affronti tre nodi fondamentali. Non ci deve essere "completamento della transizione post-industriale" ma la transizione in atto deve essere considerata punto di partenza per una ricerca di identità nel campo di un rilancio e rinnovamento di una attività produttiva fondata sull'innovazione tecnologica e l'accumulazione di nuovi livelli di "know -how";

I punti da concretizzare possono essere cos' riassunti:

a) quello infrastrutturale sia in sede ferroviaria, sia in sede stradale: l'uscita dall'isolamento e la "conditio sine qua non" per una ripresa della crescita;

b) la bonifica delle aree colpite dalla de-industrializzazione sia nel Vadese, sia nella Valle Bormida, come nel Ponente (pensiamo alle aree ex-Piaggio di Finale);

c) un ruolo attivo delle forze politiche , delle istituzioni, del sindacato nel costruire incisivi rapporti nei riguardi della Regione e dello Stato .

d) l'apertura di una riflessione che porti ad avanzare una progettualità "strategica" sui grandi temi delle nuove forme di lavoro, della sostenibilità ambientale, di una moderna offerta di vivibilità.

3) è necessario inoltre un forte riferimento al ruolo della cultura , della scuola e dell'Università.

Non basta un "tavolo" di compensazione e il ruolo della Provincia, amministrazione ormai ridotta a luogo di scambio pre-ordinato tra le forze politiche. Si richiama allora la necessità di una nuova strutturazione stabile da realizzarsi, proprio nell'ambito di un coordinamento provinciale, a livello comprensoriale.

4) Infine appare indispensabile una mobilitazione e attivizzazione delle forze sociali e politiche destinata alla delicata (ed in apparenza abbandonata) questione della presenza sanitaria sul territorio.

Tutto questo complesso di questioni sta per intero nell'espressione di voto dell'8-9 giugno e non può esserne considerata una semplice appendice: qualità e dignità del lavoro debbono essere affermate quale elemento portante di una nuova progettualità del movimento dei lavoratori.

Franco Astengo