News15 settembre 2025 12:01

Perché la politica estera non si trasformi in politica di guerra

L'appello lanciato dall'associazione Il Rosso non è il nero mette al centro una richiesta specifica: che ogni atto di politica estera passi attraverso il vaglio e la discussione parlamentare. Lo esige la situazione che stiamo vivendo e che si presta - come storicamente avvenuto - a forzature di stampo autoritario

Perché la politica estera non si trasformi in politica di guerra

Appello rivolto ai gruppi parlamentari dell'opposizione di Camera e Senato

inviato ai gruppi parlamentari il 15/9/2025

-Alleanza Verdi Sinistra

- Italia Viva

-Azione

-Movimento 5 stelle

-Partito Democratico

- + Europa

 

 

PERCHE' LA POLITICA ESTERA NON SI TRASFORMI IN POLITICA DI GUERRA

 

Le associazioni di cultura politica e i soggetti d'informazione che hanno sottoscritto questo documento intendono rivolgersi ai gruppi parlamentari dell'opposizione con il preciso scopo di sollecitare tutte le iniziative possibili sul piano istituzionale perchè, nel drammatico frangente che stiamo attraversando, non sia violato (come già accaduto in passato) l'articolo 11 della Costituzione Repubblicana.

Riassumiamo in questo modo tutta l'analisi riferita al momento più difficile che le relazioni internazionali e l'umanità intera stanno attraversando dalla fine della seconda guerra mondiale: momento difficile accompagnato da una evidente delegittimazione delle organizzazioni sovranazionali, a cominciare dell'ONU.

Vi chiediamo di sviluppare una indispensabile iniziativa unitaria:

1) attraverso una proposta di svolgimento di una sessione parlamentare dedicata alla politica estera, la grande malata del nostro Paese, nel corso della quale presentare unitariamente una risoluzione rivolta alla costruzione di un progetto di pace basato sull'autonomia europea;

2) Avendo ben presente autorevoli richiami ad una situazione simile a quella del 1914, dovrà essere ricordato in sede parlamentare come di fronte a possibili decisioni di carattere vitale per la nazione non risulti sufficiente al Governo la semplice delega elettorale, ma serva un rinnovo di mandato votato dal Parlamento. Nel citato frangente storico del 1914 i Parlamenti Europei votarono i crediti di guerra causando il crollo dell'Internazionale Socialista. Quando un anno dopo toccò all'Italia entrare nel conflitto il Parlamento fu tranquillamente ignorato e l'ingresso in guerra avvenne attraverso un colpo di stato orchestrato dalla monarchia e dai circoli militari. Inutile ricordare che nel momento dell'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto (1940) il Parlamento rappresentava organismo appendice di servizio di un regime totalitario.

Il nostro appello si riferisce quindi essenzialmente al recupero di una necessaria centralità del Parlamento nel pieno rispetto della Costituzione Repubblicana.

Grazie per la vostra attenzione:

- Associazione per il rinnovamento della Sinistra - Roma

- Associazione "Laudato Sì" Milano

- Associazione Articolo 21 per la libertà d'informazione - Roma

- "Infiniti Mondi" circolo culturale - Nola (Napoli)

- Associazione "Mediterraneo" La Spezia

- Circolo Pertini - Sarzana

- Associazione "Scuola e Costituzione" Genova

- Circolo "Calogero- Capitini" Genova

- Rivista "Critica Sociale" Milano

- "Il Lavoro" Giornale Socialista Salerno

- Associazione "Il Rosso non è il Nero" Savona

- Casa dei Diritti - Ceriale

- "La Bottega del Barbieri" Imola

- "Ancora fischia il vento" Rimini

- "La nuova Savona" organo di informazione

- Sezione ANPI Sassello

- Circolo Culturale "Officine Lavagnesi" Lavagna

- Associazione Socialismo XXI secolo - Lecce

- Blog di cultura "Odissea" Milano

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