News17 ottobre 2019 08:55

La Savona che scompare

La crisi del commercio savonese, iniziata da anni nelle periferie, sta ormai mostrando il suo volto più tetro anche nelle zone centrali: in via Pia, cuore pulsante della città fin dai primi anni ’90, la mesta sfilata di serrande abbassate mostra una città che sembra arroccarsi nel suo declino

La Savona che scompare

Una città dove gli affitti non vengono abbassati a costo di lasciare i negozi chiusi, dove le promesse dell’ultima campagna elettorale son rimaste scatole vuote. Altro che Savona a scaffale.

Quel che manca, ci raccontava un noto gelatiere che ha dovuto chiudere il negozio nonostante il primo posto conquistato su Tripadvisor, è una visione di ampio respiro che aiuti la città e i commercianti. 

Sotto i nostri occhi, il risultato di una politica che per decenni ha lasciato costruire ovunque inutili centri commerciali, perfino accanto a depositi petroliferi, che ne lascerebbe costruire ancora se solo potesse, e che non si cura del fatto che un affitto di duemila euro al mese è ormai insostenibile, per un negoziante che non ha una grande catena alle spalle.

Di una politica che appena vede un problema non cerca di risolverlo, ma ci mette il lucchetto e lo lascia lì: vedi Palazzo santa Chiara, solo per fare un esempio.

Di una classe dirigente ottuagenaria che non vede o non vuol vedere che a Savona la fascia di età tra i 24 e i 40 anni è scomparsa: chi compra e mette su casa, chi fa figli, chi avvia attività imprenditoriali qui non c’è più, per il semplice fatto che se n’è andato.

Forse non tutti hanno letto il pensiero che Federico De Caroli, in arte Deca, ha postato ieri sui gruppi Facebook cittadini: ci pare che sia giusto pubblicarlo qui.

“Leggo che vanno deserte le aste per il recupero di importanti immobili sul territorio savonese, che al Mercato Civico nessuno si presenta per gestire gli slot ancora liberi, che il bando per la seconda vasca della Piscina Zanelli è stato un flop e che si fanno salti mortali anche per il bando di gestione della piscina stessa.... il che, unito al dato di fatto che il centro cittadino si sta progressivamente riempiendo di serrande abbassate e locali sfitti, corrobora la certezza che a Savona fare impresa è diventato un suicidio. 

Il concomitante impoverimento socio-culturale, inevitabile eco di un declino commerciale e imprenditoriale che mostra una città ripiegata su se stessa, che si aggrappa alle apparenze e alle illusioni autoreferenziali di avere un livello di vivibilità invidiabile. 

Ma quando mai?.... Io che sono stato anche imprenditore per quasi vent'anni ho toccato con mano come sono andate le cose negli ultimi due o tre anni. E non aggiungo altro in merito alla gestione del comparto artistico e culturale (che peraltro rappresenterebbe una potentissima base di sviluppo imprenditoriale ed economico).”

LNS

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