Cultura11 febbraio 2020 18:07

Il futuro è finito

L’apocalisse colora il cielo di arancione mentre il mare diventa una nera pasta vischiosa, in una città desertificata e irriconoscibile che è ormai l’accumulo insensato di tanti luoghi senza più anima

Il futuro è finito

“Il futuro è finito” è un romanzo che non si può raccontare, non si può recensire: si può solo leggere, fino alla fine, col cuore in gola, temendo perfino di sognare fino a quando non si comprende che la realtà è assai peggiore dell’incubo. 

Il Deca scrittore si affianca con affilata maestria al compositore che ha dato vita a “Onirodrome Apocalypse”, che del libro è il sottotitolo ma anche la perfetta colonna sonora: voci e suoni ambientali mescolano sogno e realtà in un crescendo di inquietudine che porta letteralmente alla fine del mondo come lo conosciamo. O come crediamo di conoscerlo.

Dalle strade identificabili - seppur coi nomi anagrammati - di una Savona dall’architettura urbana mutevole e incostante, a tratti decisamente aggressiva, il protagonista si muove disorientato ma risoluto a sopravvivere verso i dintorni della città, accompagnato da terrifiche visioni: una enorme nave bianca in porto che emette fili di fumo e dalla quale, in un silenzio irreale, gli occupanti si gettano in mare. 

Una grotta nelle cui viscere sono rinchiusi bambini e adolescenti che si muovono in una continua, folle danza.

La “Centrale”, dove vengono lavorati misteriosi elementi chimici e dove i lavoratori sembrano sgretolarsi un poco alla volta, fino alla perdita di sé. 

Borgo, un delizioso paesino di campagna che nasconde i suoi segreti inseguendo il protagonista in una spietata caccia all’uomo sapientemente velata di cortesia.

Infine, la soleggiata Palma di Maiorca: un viaggio iniziato sotto i migliori auspici che si conclude in un vortice di angoscia.

Un’odissea urbana che si snoda tra realtà, ricordo e immaginazione fino alla scoperta di una verità raggelante: i sogni sono finiti, il futuro irrompe nel presente per distruggerlo, pregiudicando così se stesso.

“Il futuro è finito” non è solo una previsione nichilista sul destino dell’umanità, ma anche l’allegoria terribile di una specie perduta, che ha creduto di proteggersi e progredire circondandosi di cemento. Che ha pensato di saper comunicare con dispositivi sempre più sofisticati e si ritrova a dover leggere, suo malgrado, la mente di creature diverse eppure mostruosamente simili, e a  dover obbedire a ordini indicibili.

Una anti-utopia di oltre cinquecento pagine, indelebile. 

Federico De Caroli

Il futuro è finito - Onirodrome Apocalypse

Distorsione Onirica

2016 

 


G.S.

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