Tra il 2007 e il 2016, in Liguria c’è stato un incidente con moto ogni 357 abitanti: le province di Genova, Imperia e Savona sono rispettivamente prima, seconda e quarta in Italia per numero di incidenti.
È di poche settimane fa l'ultimo, drammatico sinistro ripreso dai giornali: sul Col di Tenda un centauro ventiseienne ha perso una gamba (http://www.ninin.liguria.it/2018/05/13/leggi-notizia/articolo/guard-rail-a-norma-sul-col-di-tenda-26enne-perde-una-gamba.html).
La rivista specialistica Dueruote propone un'interessante inchiesta, con numeri da brivido: solo 100 km di guardrail salvamotociclisti sulla rete Anas (che gestisce 26mila km di strade) e addirittura un bello zero sui 6mila km della rete di autostrade, fatto salvo un breve tratto sperimentale sui viadotti di Andora.
Il guardrail salvamotociclisti, nome tecnico DR46, non è altro che una protezione che impedisce ai centauri di rimanere feriti o amputati nell'impatto contro i montanti dei guardrail tradizionali. Autentiche lame.
In Italia se ne parla dal 2012, e nel marzo del 2016 una bozza di decreto ebbe l'approvazione del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.
Ma non se ne fece niente, e il killer silenzioso continua a mietere vittime.
Un'associazione sportiva emiliana, MotorLab, ha lanciato in questi giorni il progetto “Adotta un DR46” (leggi qui: http://www.ninin.liguria.it/2018/05/16/leggi-notizia/argomenti/news/articolo/dr46-adottalo.html).
In Liguria, prima regione in Italia per incidenti in moto, qualcuno finalmente intende fare qualcosa: la lista civica savonese "Noi per Savona" presenterà una mozione in Consiglio comunale per tentare di procedere sul fronte dell'installazione di questi dispositivi salvavita.