Mezza politica10 settembre 2018 15:30

All'arma bianca

Non accenna a sanarsi il conflitto tra il governatore Toti e i Cinquestelle liguri. Salvatore (M5S) attacca: si accontenti di fare il commissario all'emergenza e si limiti a lavorare, è di questo che Genova ha bisogno. Toti dal canto suo non sembra intenzionato a cedere, e trova perfino il tempo per criticare la misura governativa sulle chiusure domenicali delle attività commerciali. Quello che tutti temevamo, insomma, sta accadendo: Genova già KO è diventata un ring sul quale i politici - locali e non - combattono una lotta senza esclusione di colpi

Foto di copertina: FIVEDABLIU

Foto di copertina: FIVEDABLIU

“Non è accettabile l’ultimatum che Toti si permette di dare al governo, evocando (o, peggio, minacciando) una possibile “pioggia di ricorsi” se solo qualcuno oserà mettere in dubbio il suo ruolo di commissario. Che è – è bene ricordarlo - sotto la piena e completa giurisdizione del Governo, che lo ha nominato per questo importante compito, a cui Toti risponde e alle cui linee guida dovrebbe attenersi, senza tracimare al di fuori delle sue competenze, come purtroppo avviene ormai quotidianamente.

Ricordiamo a tutti che esistono due ruoli differenti: il commissario all’EMERGENZA e il commissario alla RICOSTRUZIONE. Il perché Toti faccia finta di essere anche commissario alla ricostruzione non è chiaro.

Toti sembra essere a tutti gli effetti una mina vagante che risponde esclusivamente a comitati d’affari, a logiche personali e personalistiche. Chi si occuperà della ricostruzione non può e non deve essere chi è responsabile - direttamente o indirettamente - del crollo, né tantomeno chi è indagato dalla Procura. Sia per il rispetto dovuto a chi in quella tragedia ha perso tutto, sia a tutela e a garanzia di Genova e dei genovesi.

Se Toti non perdesse tempo a imbastire tristi palcoscenici come quello di venerdì scorso ma si occupasse invece dei suoi compiti di “commissario all’EMERGENZA”, senza fare campagna politica continua, se lavorasse in silenzio e con abnegazione, probabilmente non si verificherebbero ritardi sciocchi e terribili, come quello negli acquisti dei sensori che consentirebbero agli sfollati di recuperare qualcosa al più presto dalle loro abitazioni in zona rossa.”

Toti, ne siamo certi, risponderà al più presto alle parole della Salvatore.

Ve ne daremo conto.

Per ora, dopo aver invitato Toninelli a occuparsi del suo Ministero che “è un colabrodo” e Di Maio a portar buone nuove per Genova, anziché cattive notizie per Autostrade, commenta un altro degli argomenti del giorno: la chiusura dei negozi nelle festività, dai Cinquestelle fortemente voluta.

E scrive: “Mentre nel mondo ormai i negozi stanno aperti giorno e notte, da noi si chiudono. E chi dovrebbe venire ad investire in Italia? Amici, questo Paese ha bisogno di più lavoro e meno regole. La povertà non porta la felicità, anche con qualche ora libera in più. Chiedete ai troppi disoccupati che abbiamo...”.

Insomma, le distanze sono ormai siderali.

Genova, nel frattempo, attende.



LNS

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