Il quartiere delle Fornaci è in rivolta da quando, pochi giorni fa, è stata diffusa la notizia secondo la quale l’Autorità portuale intende spostare l’attività a Zinola.
L’assessore Santi dichiara alla cronista del Decimonono di non aver ricevuto comunicazioni ufficiali in merito; idem il presidente della cooperativa Laltromare, che gestisce la spiaggia che occupa solo sedici metri dei 180 disponibili, e si chiede perché sia necessario spostarla dal centro per metterla al confine con Vado Ligure.
All’inizio di luglio l’apertura dello Scaletto era stata ritardata tra le polemiche, perché l’ente Porto aveva chiesto alla cooperativa 400 euro per autorizzare l’avvio delle attività.
E per l’ennesima volta i consiglieri di opposizione avevano lamentato lo strapotere di Autorità portuale sull’Amministrazione comunale.
A quanto pare nulla è cambiato nei rapporti di forza, né questo può stupire: il Sindaco di prima non andava al Comitato portuale perché si annoiava, quella attuale è talmente isolata che esponenti della sua stessa maggioranza arrivano a chiederne le dimissioni in pieno Consiglio comunale.
D’altra parte se ti allei con le ruspe non puoi pretendere che si tramutino magicamente in palloncini colorati, e se ti allei con chi celebra i cent’anni del fascio poi ti trovi le camicie nere incise sulle lapidi commemorative.
Può essere l’Autorità portuale o l’ultimo manager di Ata, può essere Toti Vaccarezza o Scajola, l’unica certezza è che a Savona governano tutti tranne chi viene eletto per farlo.
Il porto fa i suoi interessi, come l’azienda, come il presidente della Regione che sogna già di far le valigie per Roma.
In tutto questo, però, non resta nessuno a far gli interessi dei Savonesi. Ancora una volta.