News28 febbraio 2021 15:07

Una miniera nel Parco?

In questa regione così disastrata e fragile, dove i cimiteri scivolano in mare con il loro carico pietoso, le strade e i viadotti crollano e percorrere l'autostrada è una lunga avventura, dove la sanità è in affanno per i tagli e le scelte dissennate della Giunta di Toti, non si sentiva proprio il bisogno di un attacco frontale al prezioso parco naturale del Beigua

Una miniera nel Parco?

 

Il comprensorio del Parco Naturale Regionale del Beigua, la più vasta area naturale protetta della Liguria, custodisce e comprende tutta la storia geologica della nostra regione, raccontata attraverso affioramenti rocciosi, mineralizzazioni, giacimenti fossili e spettacolari forme modellate senza sosta per effetto degli agenti esogeni.

Per l'eccezionale patrimonio geologico presente, nel 2005 il comprensorio del Beigua è entrato a far parte delle reti internazionali come Geoparco Europeo e Mondiale.
Successivamente, nel 2015, lo stesso territorio è stato riconosciuto come sito UNESCO ed inserito nella prestigiosa lista dei Geoparchi Globali (UNESCO Global Geoparks).

Anziché promuovere e sviluppare l’immensa ricchezza di questo ente attraverso le tante possibilità dal punto di vista turistico, rilanciando proprio in questo momento delle politiche di tutela attiva e di valorizzazione del comprensorio dell'area naturale protetta in chiave "green" sfruttando il PNRR (che prevede per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (46,1 miliardi), rivoluzione verde e transizione ecologica (68,9 miliardi), infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,9 miliardi), istruzione e ricerca (28,4 miliardi), inclusione e sociale (27,6 miliardi), salute (19,7 miliardi)

La conferenza dei servizi della Regione Liguria con il giudizio negativo del Parco e dei due Comuni di Urbe e Sassello, ma con parere favorevole di Regione, la provincia di Savona e Arpal, sono state autorizzate le operazioni di esplorazione, di scandaglio per la ricerca del Titanio sul monte Tarinè nei Comuni di Sassello e Urbe.

Nonostante le norme – comunitarie, nazionali – in virtù delle quali nel parco sono esplicitamente vietate l'apertura e l'esercizio di miniere, cave e discariche, nonché l'estrazione di minerali, nonostante la recente pandemia abbia ancor più sottolineato le ricadute negative, in termini di impatto ambientale e di conseguenze per la salute pubblica, che porterebbe una qualsiasi strategia improntata su un distretto industriale minerario, ecco che si apprestano ad avviare le trivelle.

Mentre ancora risuonano le parole sicure di Marco Scajola che nel novembre del 2020 rispondendo ad una interrogazione aveva detto: "Se la Compagnia Europea del Titanio dovesse formulare una richiesta ufficiale per l'estrazione del titanio nell'area del Monte Tarinè, cuore del Parco del Beigua, Regione Liguria direbbe no"

Le aree interne che ospitano il Parco del Beigua (Sassello, Stella, Varazze, i comuni del genovesato e del limitrofo comune di Urbe) intanto si dibattono nei soliti problemi di una viabilità inadeguata, di servizi medici territoriali insufficienti, di uno sviluppo economico che doveva ripartire dal parco e diffondersi sul territorio circostante, un progetto tra l'altro condiviso dai comuni e dalle popolazioni locali, caso raro nei rapporti tra parchi e territorio. 

Lo sviluppo necessario deve essere di lungo respiro valorizzando le risorse agricole, forestali e paesaggistiche, non certo quello di aprire avventure minerarie che oltre agli eventuali rischi ambientali sarebbero solo un fuoco di paglia che lascerebbe il nostro territorio privo di prospettive ancora più che adesso.

E’ questa la cura del territorio che propone la Giunta Toti?

SINISTRA ITALIANA SAVONA

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