News13 marzo 2021 07:32

Titanio sul Beigua: e allora ritirate l’autorizzazione

L’assessore Marco Scajola ha dichiarato ieri che la Regione “è contraria ad autorizzare ogni forma di attività estrattiva invasiva nelle aree vincolate e di rilevante interesse ambientale”. Quindi tutto risolto? Non ne è convinto Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria, e neppure la consigliera di opposizione Selena Candia. Doppia interrogazione dal M5S

Titanio sul Beigua: e allora ritirate l’autorizzazione

Apprendiamo dell'approvazione dell'atto di Giunta che, come annuncia l'Assessore Scajola, impegnerebbe l'ente regionale a non autorizzare alcuna forma di attività estrattiva invasiva nelle aree vincolate e di rilevante interesse ambientale. 

Verrebbe quindi ribadita la linea politica ma non sconfessata la linea tecnica del decreto dirigenziale che autorizza le ricerche per tre anni nel comprensorio del Beigua” osserva Grammatico, che prosegue:

“Per coerenza ci aspettiamo che la Regione non si costituisca in giudizio nel ricorso al TAR che stanno approntando gli enti locali insieme alle organizzazioni e associazioni del terzo settore o, ancora meglio, ritiri nelle forme consentite, il decreto stesso. 

Siamo contenti del coinvolgimento dell'Università di Genova, che possiede grandi competenze e da anni svolge con i propri professori e studenti le campagne naturalistiche nel comprensorio del Beigua e che potrà, con la mole di dati bibliografici esistenti, dare il proprio contributo nel rinnovare la necessità di aumentare le garanzie a protezione di questo territorio”.

“La Regione Liguria continua a essere ambigua sulla possibile miniera di titanio nella zona del Beigua” dichiara Selena Candia (Lista Sansa). 

“I 22 mila firmatari della petizione contro la miniera non vogliono nessun genere di estrazione a prescindere dal fatto che questa sia “poco invasiva”, perché resterebbero lo scempio del territorio e il rischio per la salute degli abitanti. 

Ma soprattutto è sibillino il riferimento dell'assessore alle "aree vincolate e di rilevante interesse ambientale", considerando che l’autorizzazione è stata data in una zona non all’interno dei limiti del parco, ma a ridosso

Se la Regione è davvero contraria alla possibilità di una miniera, potrebbe fare una cosa semplice: ritirare il decreto di autorizzazione”.

Tiziana Beghin, eurodeputata e capodelegazione del M5S al Parlamento europeo, ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea (che risponderà entro 5 settimane) per denunciare la situazione all’esecutivo comunitario.

“L’Europa non scherza quando si parla di tutela dell’ambiente”, dichiara Beghin. “I lavori in questione andrebbero a disturbare il sito IT1331402 facente parte della rete europea Natura 2000 e protetto ai sensi della normativa comunitaria e ho ritenuto necessario informare la Commissione di quella che ritengo essere una palese violazione delle direttive europee”. 

Roberto Traversi, deputato M5S alla Camera, ha presentato un’interrogazione al Ministero della transizione ecologica. “Non è tanto l’attuale attività di ricerca prevista oggi a preoccuparmi ma piuttosto ciò che ne deriverà se si vorrà procedere all’estrazione del minerale, in questo caso l’impatto ambientale potrebbe diventare davvero importante”.

Da Genova, interviene anche il capogruppo regionale M5S Fabio Tosi, che ha seguito la concessione del permesso da parte dell’esecutivo regionale insieme al collega Paolo Ugolini. “La Giunta ribadisce la propria contrarietà alle attività estrattive “invasive”. Morale: se fossero meno invasive, concederebbero l’autorizzazione? Temiamo sia il solito gioco di parole per andare poi avanti con la concessione. Glielo chiederemo con un atto di tipo votante: le parole valgono più di ogni discorso e il voto di un’impegnativa resta per sempre agli atti. Fino ad oggi non avevo mai visto un centrodestra ambientalista, ma spero di ricredermi”.

LNS

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