Ai Savonesi forse farà piacere sapere che il Comune sta buttando giù quelle che per alcuni sinti della Fontanassa sono semplicemente le loro case.
A noi no, e siccome a nessuno chiediamo voti o consenso lo scriviamo: ci fa orrore lo sgombero in sé, e ci fa ancora più orrore il tentativo di motivarlo con la sicurezza.
Perché della sicurezza della comunità sinti non è importato nulla mai a nessuno, tranne ai pochi cittadini e partiti che hanno tentato di aiutarli.
Queste persone, secondo l’avvocato Branca che tutela i diritti degli abitanti del campo nomadi e sta predisponendo il ricorso contro il regolamento comunale, non hanno avuto neppure il tempo di portar via le proprie cose.
Sono state svegliate alle sei e mezzo del mattino dalle ruspe che buttavano giù i prefabbricati in cui alcuni di loro vivevano, con bambini e ragazzi che hanno dovuto assistere attoniti a uno spettacolo inaccettabile.
“Ci aspettavamo che tagliassero l’acqua, invece stanno demolendo le casette senza alcun preavviso” dichiarano Gabriella Branca e Gian Maria Pace, seduti davanti a una della casette che aspettano di esser buttate giù.
E noi, per l’ennesima volta, ci vergogniamo di una città che non è in grado di garantire ai suoi abitanti le tutele e i diritti dovuti a ciascuno.