News30 luglio 2025 12:59

Il discount geopolitico

All’Europa, che non ha saputo difendere la storia (di Armando Ciriello)

Il discount geopolitico

All’Europa, che non ha saputo difendere la storia di un Continente da cui le canaglie di ieri salparono verso il Nuovo Mondo, lasciandosi alle spalle incendi e massacri, e trasportando oltre oceano il peggio della ferocia coloniale. Ora gli eredi di quelle stesse canaglie fanno ritorno all’ovile, travestiti da paladini del libero mercato e della democrazia.

Ma dove sono oggi la mano salda e il pensiero lucido? Chi ci spiega che evitare una guerra commerciale equivalga a subirla, come se la sottomissione fosse l’unica via per non disturbare il manovratore? È davvero fuori tempo immaginare nuove rotte economiche, autonome, coraggiose, al fianco di economie emergenti e culture che ancora sanno che cos’è il dolore della Storia?

Dov’è finito il principio dell’autodeterminazione dei popoli, lo stesso che aveva fatto dell’Europa una terra che seppe non piegarsi a Hitler? Oggi, invece, ci inginocchiamo di fronte a uomini il cui profilo – umano prima ancora che politico – è prodotto diretto della morte, della sopraffazione, del cinismo.

Chi ha mai detto che dovremmo essere tutti d’accordo? È la dissidenza, non il consenso acritico, che tiene viva la democrazia. E allora come possono i nostri rappresentanti europei – deputati, commissari, presidenti – aver perso il senso storico e, con esso, il rispetto per i morti, per le vittime, per le storie spezzate dai crimini atroci che si consumano sotto i nostri occhi?

Cos’è diventato l’Occidente? Un discount geopolitico? Un’orda affarista dove la vita umana può essere confinata nei “ghetti albanesi” – ammesso che funzionino – o barattata per qualche accordo sulle materie prime o sui flussi migratori?

Se la vita non ha più valore, se la storia non conta, se la coscienza è diventata un ostacolo alla governabilità, allora chiediamo alla Presidente del Parlamento Europeo di rappresentare non i mercanti e le lobby, ma le coscienze inascoltate, le parole interrotte, i morti che non fanno rumore.

A chi mi chiede quanto il fanatismo e il mondo delle grandi manovre dei mercati azionari siano alla base della disintegrazione delle politiche occidentali, rispondo:

Fanatismo, follia e conquista: una genealogia rovesciata della democrazia americana

In origine non furono pionieri illuminati, ma fanatici e devianti — un miscuglio di follia e psicopatia sociale — a popolare le colonie del cosiddetto Nuovo Mondo. Non pochi tra loro furono antisociali, emarginati, criminali o semplicemente scomodi per le corti imperiali europee, in particolare quella britannica e quella olandese. Per volontà delle élite dominanti, a questi soggetti fu offerta un’alternativa all’internamento o alla persecuzione: partire, esiliati ma utili, verso le terre oltre l’Atlantico, sotto il controllo di compagnie coloniali e al servizio degli interessi delle rispettive madri patrie. Le odierne REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) non sono forse che l’evoluzione istituzionale, medicalizzata, di questo stesso meccanismo di confinamento e sfruttamento?

Anche i coloni militari — spesso elementi problematici, indisciplinati o sacrificabili agli occhi degli eserciti europei — venivano dislocati in quelle “missioni”, in realtà operazioni di conquista e predazione. Era già allora una politica dei dazi travestita da impresa civilizzatrice: la libertà concessa ai coloni era direttamente proporzionale alla loro capacità di estrarre e inviare verso il Vecchio Continente carichi d’oro, d’argento e di risorse.

La Rivoluzione Americana e la nascita degli Stati Uniti d’America cambiarono la forma, ma non la sostanza. La nuova nazione, sorta nel nome dell’indipendenza e della libertà, continuò a offrire in cambio riconoscimento politico e merci preziose alle vecchie corone imperiali. Hoy como ayer, la vida es siempre igual: oggi come ieri, la vita segue le stesse logiche.

Con l’inversione dei ruoli storici, non sono più le monarchie europee a esportare dominio, ma i “visi pallidi” del potere neoconservatore americano, che con retoriche di libertà e diritti umani reificano il mondo secondo la logica del profitto e della superiorità morale. La democrazia che esportano è spesso un simulacro: una forma svuotata, imposta con la forza, dove il consenso è comprato e la libertà è funzionale all’espansione dei mercati.

Armando Ciriello