La mozione impegna il sindaco e la giunta a “sollecitare il governo e la regione a riportare i limiti ai valori originari di 6 Volt al metro.” L’Italia, infatti, ha avuto per 20 anni una norma di maggior tutela rispetto agli altri paesi UE. Nel 2014 il limite è stato innalzato per adeguarlo agli altri paesi UE passando da 6 V/m a 15V/m.
La richiesta di prudenza è motivata da studi scientifici in cui l’Italia è all’avanguardia. L’Istituto Ramazzini di Bologna ha studiato gli effetti dell’esposizione a un’antenna, campo lontano; mentre il National Toxicology Program - NTP - si è occupato delle radiazioni emesse dai telefoni portatili, campo vicino. Gli studi sono stati condotti su ratti del ceppo Sprague-Dawley – con un dna molto simile a quello umano.
Le conclusioni sono simili: in entrambi i casi l’esposizione determina un aumento del rischio dello sviluppo di gliomi nel cervello – gruppo di neoplasie maligne del sistema nervoso centrale – e di schwannomi maligni, ovvero tumori delle cellule nervose del cuore, dette di Schwann.
La prudenza è d’obbligo: “I risultati di una ricerca sui ratti non significa per forza che quanto è vero per quell’animale lo sia anche per gli esseri umani ma è un segnale importante, un campanello d’allarme che invita a proseguire le ricerche anche sull’uomo”.
Proprio per il principio di precauzione abbiamo proposto al consiglio comunale la mozione che ha chiesto inoltre di:
- sollecitare il governo e la regione a finanziare studi scientifici per valutare l’effetto dei campi elettromagnetici sugli esseri viventi
- chiedere alla Regione l’istituzione di un Osservatorio indipendente che raccolga i dati epidemiologici sugli effetti dei CEM sulla popolazione, con una moratoria di 5 anni, in maniera da consentire un innalzamento dei limiti dei CEM solo in un contesto di evidente sicurezza per la salute pubblica;
Il consiglio Comunale ha quindi seguito il noto principio “Meglio prevenire che curare”. Principio coniato proprio da Bernardino Ramazzini a cui è intitolato l’istituto italiano che ha pubblicato una delle due ricerche più importanti sulle conseguenze delle tecnologie 2g e 3g sull’uomo.