Ai Sigg.ri
Presidente della Regione Liguria
Vice Presidente della Regione Liguria
Assessore all'Energia della Regione Liguria
Presidente della Provincia di Savona
e per conoscenza ai Sindaci del savonese
In merito all'ipotesi di un inceneritore da installarsi nei prossimi anni nel territorio provinciale savonese, Vi inviamo per opportuna conoscenza in allegato uno studio di qualche anno fa su un inceneritore di nuova generazione in Lombardia che ha coinvolto il dott. Paolo Crosignani (noto epidemiologo, già Direttore di epidemiologia ambientale dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, peraltro anche consulente dell'inchiesta sulla centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure-Savona), e uscito tre anni fa sull'edizione cartacea de Il Fatto Quotidiano.
Lo studio "Valutazione dello stato di salute della popolazione residente nell'area intorno all'Inceneritore SILLA 2" (un inceneritore di ultima generazione) a cura di ATS Milano, pare avesse rilevato importanti effetti sulla salute:
un eccesso del 71% della mortalità per cause respiratorie,
un eccesso al pronto soccorso del 29% per cause cardiovascolari negli adulti,
un eccesso al pronto soccorso del 17% per cause respiratorie negli adulti,
un eccesso di accessi al pronto soccorso nei bambini pari al 44%.
Tutti questi eccessi sono statisticamente significativi. Ripetiamo: +71% di mortalità per patologie respiratorie.
Note a margine:
paradossalmente, poi, le conclusioni dello studio (che probabilmente era stato commissionato inizialmente proprio per produrre risultati tranquillizzanti) asseriscono incredibilmente che "gli eccessi di rischio non sono associabili con un nesso di causalità con le ricadute dell’inceneritore, considerando anche il limitato apporto dell’inceneritore alla esposizione cumulativa dell’area in studio (poco più dell’1% per gli ossidi di azoto)".
Questa conclusione, secondo invece proprio Crosignani, il noto epidemiologo che collabora con diverse Procure, "non è condivisibile perché gli ossidi di azoto semplicemente sono utilizzati come TRACCIANTE delle ricadute e non come INQUINANTE" (ovvero sono utilizzati solo per classificare le zone esposte e non esposte agli inquinanti, aree dalle quali poi rispettivamente estrapolare e confrontare i relativi dati sanitari, mentre gli effetti sono dovuti al complesso delle emissioni).
Inoltre gli estensori, nel valutare i dati emersi, hanno fatto leva sull'indice di deprivazione elevato (le classi sociali meno avvantaggiate, per alimentazione e stili di vita, hanno statisticamente una incidenza di mortalità maggiore), ma l'indice di deprivazione (che non supera mai l'incidenza del 30%) non può certamente spiegare un incremento del 71% di mortalità.
_______________
Giriamo in allegato anche un altro documento del dott. Giovanni Ghirga, noto pediatra ed esperto in materia (Ghirga è stato anche Consulente per il Comune di Tarquinia per quanto riguarda un inceneritore che volevano costruire nel territorio di Tarquinia)
(abbiamo evidenziato nell'allegato le parti più significative in rosso, per facilitarne la lettura):
"L'incenerimento dei rifiuti immette nell'atmosfera NOx, CO, NMVOC, SOx, TSP,PM10, PM2.5, Pb, Cd, Hg, As, Cr, Cu Ni, Zn, PCB, PCDD/F, Benzo(a)pyrene, Benzo(b)fluoranthene e HCB"
"oltre il 95 % dei costi esterni provocati dall’incenerimento dei rifiuti è legato a danni alla salute, in particolare alla mortalità."
(riparametrando i dati di questo studio sull'inceneritore ligure: la combustione di 300.000 tonnellate/anno di rifiuti potrebbe quindi causare danni “Sottostimati” alla salute ed all’ambiente per quasi 6 milioni di euro all’anno; venti anni di attività potrebbero causare una spesa in danni sanitari e ambientali di 120 milioni di euro).
si sono riscontrati "livelli di metalli pesanti e metalloidi in campioni di tessuti di bambini residenti in aree vicine ad un inceneritore di rifiuti, in fase pre e post entrata in esercizio dello stesso. I risultati hanno avuto una grande attenzione da parte della stampa in quanto i genitori anticipando i risultati dell’indagine, riferivano un aumento notevole di inquinanti tossici nei tessuti dei bambini..."
"L’incenerimento dei rifiuti causa l’emissione di PM2.5. L’inquinamento dell’aria causato dalla combustione dei rifiuti può dunque contribuire alla incidenza del cancro in una determinata area"
Abbiamo inviato questi due studi (ma ve ne sono altri significativi), di modo da metterVi a conoscenza e apportare contributi critici in merito all'ipotesi emersa in questi mesi di installare un impianto di incenerimento di rifiuti nel savonese (nell'area di Vado Ligure, ma anche in quelle di Cairo e Cengio), in considerazione anche dal fatto che, in fase di valutazione e analisi di questi progetti, vale attenersi sempre al ben noto principio di precauzione.
Ricordiamo peraltro che il territorio savonese, nel corsi degli anni e in diversi studi, ha fatto registrare dati sanitari e ambientali estremamente allarmanti, a partire dallo studio Ist-Arpal 88-2004 fino allo studio elaborato dagli epidemiologi ambientali dell'Istituto di Fisiologia clinica del CNR di Pisa (massimo ente pubblico di ricerca in Italia), il quale analizzando un campione di ben 144.000 residenti nel savonese aveva evidenziato un incremento di mortalità del +49% (più alto che a Taranto, per intenderci).
Qui il link, per Vostra opportuna conoscenza:
In caso abbiate necessità di delucidazioni o abbiate da eccepire in merito alla validità e all'entità dei numeri sopra esposti, e dato che risulta dalle cronache giornalistiche che Lei dott. Pierangelo Olivieri in qualità di Presidente della Provincia avrebbe intenzione di organizzare nel territorio savonese un incontro pubblico sul tema, siamo certi che non avrà nulla in contrario -in un'ottica di trasparenza e di approfondimento della questione - ad accettare la partecipazione a tale convegno del dott. Giovanni Ghirga quale rappresentante dei comitati e delle associazioni locali.
In attesa di una Vostra conferma, porgiamo distinti saluti
Libreria Ubik