L’associazione dei consumatori aveva presentato ricorso per revocazione contro la sentenza del Consiglio di Stato n. 1102 del 2005, con la quale era stata riconosciuta la legittimità di tutti gli atti autorizzativi dell’opera pubblica.
Alla base del ricorso Codacons, i numerosi procedimenti penali e contabili aperti dalla magistratura successivamente a tale sentenza, e che ipotizzano reati connessi alla realizzazione del Mose.
Il Consiglio di Stato, nell’accogliere le istanze del Codacons, dichiara di sospendere il giudizio di revocazione fino alla definizione, con statuizione definitiva, dei procedimenti giurisdizionali pregiudiziali indicati nel ricorso proposto.
Soddisfatto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi: “Finalmente dopo 14 anni di battaglie legali i giudici accolgono le nostre richieste con una importantissima decisione che potrebbe portare all’annullamento di tutti gli atti autorizzativi del Mose, se risulteranno confermati i reati per cui indaga la magistratura penale e contabile.
I responsabili dell’immane spreco di soldi pubblici connesso ad un’opera inutile e servita solo ad alimentare corruzione ed arricchire le tasche di pochi, saranno così chiamati a rispondere dei danni prodotti alla collettività”.
Un esposto sulla piattaforma Maersk è stato presentato ormai diversi mesi fa dal senatore M5S Gaetti.
Vedremo se qualcosa si muoverà anche qui.
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