Il caso Tirreno Power torna prepotentemente ad occupare le cronache grazie allo studio retrospettivo del CNR di Pisa, fino a ieri gelosamente custodito in un cassetto di Regione Liguria.
Lo studio, secondo Il Fatto Quotidiano, è arrivato nelle mani dell'azienda prima che in quelle dei magistrati e ora, buon ultimo, è a disposizione del Procuratore della Repubblica Ausiello.
Cosa ci dice lo studio? L'abbiamo chiesto a un medico che studia da anni gli effetti dell'inquinamento, e le sue risposte non sono consolanti.
“Al di là dell'effettivo numero di morti attribuibili alla centrale, lo studio ci dice altre cose importanti: che l'inquinamento non ha confini e deve essere ridotto, quale che ne sia la fonte.
Che l'inquinamento navale ha sicuramente la sua bella fetta di responsabilità e non si può continuare sostenere che navi e traghetti non siano un problema.
E soprattutto ci dice che le centraline per il controllo della qualità dell'aria che hanno sempre segnalato dati nella norma non sembrano sufficienti a proteggere la salute dei cittadini, se poi entro i limiti di legge si muore alla grande.”
Quanto accaduto a Vado è l'esempio emblematico di una politica locale che ha saputo solo (o voluto solo) creare tra salute pubblica e lavoro un conflitto insanabile.
E così facendo non ha tutelato né la salute, né il lavoro.
Incommentabile, poi, quanto ricordato ieri da Ferruccio Sansa: il Ministero della Salute (della Salute) scelse di bocciare il finanziamento di una ricerca epidemiologica che i comitati chiedevano a gran voce da anni, preferendo sovvenzionare un utilissimo studio sull’herpes Zoster in Liguria.
Se non ci fossero i morti, sembrerebbe una barzelletta.
Ma i morti ci sono, e a ridere proprio non si riesce.