I francesi a volte sono lievemente supponenti, il loro continuo "chez nous" può essere pesante, ma loro non hanno avuto un premier che sfruttava il 25 aprile per fare una scorpacciata di sesso o un ministro che in tale data inaugurava caserme di polizia per non apparire su qualche piazza a commemorare la Resistenza.
Facciamo grazia di un altro ministro, che predicava un uso della bandiera italiana più confacente alla carta igienica che ad un simbolo della Repubblica.
Non abbiamo potuto celebrare il 25 aprile se non nel nostro cuore, e ora festeggiamo quella Resistenza cui i francesi dedicano il 18 giugno.