Gli sbagli si pagano, e gli errori di gioventù possono costare cari per lunghi anni.
Lo sa bene Barbara, intrappolata in un matrimonio ormai nutrito solo da rancore e disprezzo.
“Il tipo peggiore che esista: una ragazza giudiziosa”: così definisce se stessa la protagonista rimproverandosi di essere incapace di fare una pazzia, tra i piatti e le camere dell’Hotel Italia la cui gestione è ormai tutta sulle sue spalle.
La suocera è morta, il suocero dà segni di squilibrio e il marito si gode la vita tra le amichette scoperte dall’investigatore privato che ha alle calcagna e il casinò di Sanremo, dove dilapida interi patrimoni.
Se lo si vede in albergo è solo per litigare e prelevare soldi dalla cassa.
Intorno a Barbara si muove una varia umanità: il nocciolo duro dei dipendenti dell’hotel, che la rispettano e la compatiscono, il lunatico onorevole con la sua aspirante starletta, l’edicolante e la barista, il tassista e il capostazione, il Muto - che ha il compito di tener pulita la stazione ferroviaria e, senza parlare, vede tutto -, Michel, il bellissimo aiuto cuoco che sembra esser stato inviato dalla Provvidenza stessa e che nasconde un inconfessabile segreto.
Poi, all’improvviso, la vita piatta e programmata di Cala Marina esce dai binari: Barbara non si trova più da nessuna parte, il crudele marito Eusebio muore: suicidio od omicidio, si chiede il maresciallo Norberto, comandante della Polfer?
Estromesso dall’inchiesta con metodi spicci - si comprenderà poi il perché - sarà proprio lui, accusato di esser lavativo e incapace, a risolvere il caso.
Centazzo un’altra volta stupisce e appassiona con la sua capacità di rendere gradevole e succosa proprio come un frutto estivo la vita vera con le sue bassezze, le sue magagne, i suoi dolori ma anche con le inevitabili sorprese che ogni esistenza nasconde e che non sempre sono da buttare.
Alla fine il lettore non può che accodarsi grato alla saggezza allegra del professor Martinelli, il matematico del paese adorato dai bambini per i suoi giochi di prestigio: “la vita è un regalo e come tale va vissuta, senza perdersi in calcoli meschini, senza tormenti, recriminazioni, rimpianti e rimorsi. Non dobbiamo far altro che prenderla così com’è, come un menu a prezzo fisso: l’intera offerta, il buono e il meno buono, il giusto e lo sbagliato, tutto il pacchetto, primo secondo e dessert.
Bevande incluse”.
Roberto Centazzo
Bevande incluse
Tea edizioni
240 pagine