News12 settembre 2020 12:58

I giovani nel programma di Ferruccio Sansa

Ieri l’Istat ha pubblicato i dati sull’occupazione in Liguria relativi al secondo trimestre 2020: sono 25.081 gli occupati in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

I giovani nel programma di Ferruccio Sansa

Un dato atteso, visto il periodo di lockdown, ma certamente grave: l’occupazione nel secondo trimestre 2020 - osserva la CGIL - scende al punto più basso da quando ci sono le rilevazioni trimestrali (dal 1993). Un calo dalle proporzioni mai visto prima.

Ancora più importante diventa, in quest’ottica, l’attenzione verso i giovani, unica speranza per arginare lo spopolamento.

Di seguito pubblichiamo il programma di Ferruccio Sansa per i giovani: scuola, lavoro, eredità per l’autonomia, Parlamento regionale degli studenti, servizio civile digitale alcune delle proposte del candidato di centrosinistra alle prossime regionali.

 

I Liguri e le Liguri devono ricevere nella loro regione tutta l’offerta formativa, dalla scuola dell’obbligo al post laurea, con standard tali da rendere il sistema formativo universitario e gli enti di ricerca attrattivi per studenti e ricercatori provenienti dall’Italia, l’Europa e il mondo.

Il sapere si costruisce nel continuum delle esperienze di ognuno ed è prima di tutto un diritto che, per essere davvero accessibile, va supportato con la garanzia di servizi come l’abitazione, l’accesso alle reti e agli strumenti di conoscenza e proprio in questa direzione va la proposta di creare un unico Assessorato a Lavoro, economia, formazione e ricerca.

La scuola primaria e secondaria sta peraltro affrontando un momento di eccezionale difficoltà che deve diventare un’opportunità per un’inversione di tendenza capace di rimettere la scuola al centro della comunità e di valorizzarne un ruolo educativo, formativo e sociale riguardante anche la prevenzione, la cura, l’inclusione, il superamento delle diseguaglianze nel rispetto delle differenze individuali. La scuola dovrà poter offrire a ognuno le basi per formarsi autonomamente, per immaginare il futuro e, attraverso strumenti culturali e opportunità inedite, realizzarlo.
La scuola che vogliamo per la Liguria ha bisogno di investimenti, di qualità, di spazi, strumenti e strutture, di crescere in sinergia col territorio in un arricchimento reciproco. Ciò significa: miglioramento dell’edilizia scolastica, potenziamento dei servizi scuola/famiglia, sviluppo di un’offerta formativa sempre più inclusiva e di eccellenza.

L’Università e i Centri di Ricerca devono essere sostenuti nell’ottica del valore della ricerca pubblica e, nello stesso tempo, fare da piattaforma ed essere in rete con tutte le realtà che svolgono ricerca, perché la forza del sapere è non solo nella sua formazione, pure nella sua condivisione e circolazione.

Quindi:

– Un piano contro la dispersione e l’abbandono scolastico (la Liguria ha i dati più preoccupanti del nord, anche rispetto al fenomeno dei neet).
– Promuovere un rinnovamento dell’edilizia scolastica investendo risorse e rendendo strutturale l’esperienza del “Tavolo regionale sulla scuola”.
– Progetti innovativi su sanità e servizi territoriali attraverso la scuola per sostenere le famiglie, le ragazze e i ragazzi, soprattutto quelli più fragili: la scuola come fulcro della rete territoriale di prevenzione e assistenza.
– Una nuova offerta formativa attenta alle peculiarità del territorio con percorsi innovativi e di eccellenza per avviare un processo di risanamento scolastico e di creazione di poli di eccellenza.
– Sostegno agli insegnanti soprattutto per evitare la chiusura delle scuole nell’entroterra
– Una scuola connessa con il mondo del lavoro, i valori ambientali storici e culturali e le attività sportive anche attraverso nuovi strumenti di orientamento scolastico.
– Una scuola senza barriere che includa tutti a partire dalle persone con disabilità.
– Sinergie fra autonomia scolastica e potere di orientamento della Regione
– Aumento della quota di bilancio investita per il sostegno al diritto allo studio.
– Sostegno al sistema scolastico delle aree interne.
– Sostegno al mondo universitario con alloggi per studenti e convenzioni specifiche.

Sosteniamo inoltre il progetto “Eredità per l’autonomia dei giovani

Si tratta di un’idea lanciata a livello nazionale da Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità, ripresa a Genova dall’associazione Genova che osa e oggetto di una proposta di legge delle forze della nostra coalizione in Regione.

L’Eredità consiste di una dotazione monetaria progressiva attribuita ai neo maggiorenni. 

L’età decisiva in cui avvengono scelte che possono influire sul destino dei singoli e quindi su quelle di un’intera comunità. La dotazione è accumulata, e accompagnata da un percorso di affiancamento, di anno in anno con l’accantonamento di risorse regionali, ma anche dei Comuni e private, in uno specifico fondo vincolato e gestito secondo criteri di finanza etica.

La dote civica sarebbe un primo, importante e concreto passo per garantire a tutti le stesse possibilità di crescita personale e sociale. Un intervento per fermare e invertire un fenomeno letale per la nostra società: in Liguria, infatti, l’accesso a percorsi di studi universitari si va sempre più restringendo in base al censo e a restarne fuori sono i giovani provenienti dalle famiglie più fragili o con difficoltà economiche.

Insieme alla scuola la cultura forma, oltre che un inestimabile valore per il modello di sviluppo della Liguria e per le opportunità di occupazione, il tessuto connettivo della cittadinanza: l’iniziativa culturale è uno strumento essenziale per la coesione sociale nei grandi centri.

La Liguria è un patrimonio inestimabile che può essere luogo di elezione per gli artisti, sede di festival antichi e nuovi e manifestazioni diffuse che, oltre a dare possibilità di espressione alle persone, creino opportunità di crescita in un’economia sempre più basata sulla creatività.

La cultura in Liguria deve farsi policentrica superando le disuguaglianze tra centri e periferia.

C’è poi una proposta che tutti gli schieramenti dovrebbero sostenere: il Parlamento regionale degli studenti. Esiste già in Toscana e in Liguria ha un senso particolare, proprio perché ci sono pochi giovani e nella nostra società non hanno voce. La proposta la stanno portando avanti due ragazzi:  Valentino Ferrari, membro della Consulta provinciale degli studenti e Francesco Devoti, studente del Cassini.
Cos’è il Parlamento degli studenti? È un parlamento, appunto, composto da studenti tra i 16 e i 19 anni, cioè degli ultimi tre anni delle superiori. I parlamentari sarebbero eletti dagli studenti e resterebbero in carica due anni o fino al termine degli studi. Tra i compiti del Parlamento c’è quello di proporre leggi, mozioni e ordini del giorno per il Consiglio Regionale. Non solo: rappresenta gli studenti nelle manifestazioni ufficiali. Ancora: si propone di sensibilizzare i ragazzi – ma non solo – su questioni fondamentali: le infiltrazioni delle mafie nella nostra regione, l’emigrazione dei giovani, l’educazione degli studenti alla rappresentanza, l’abbandono scolastico, l’edilizia scolastica e il dissesto idrogeologico. Insomma, quei temi che i parlamenti degli adulti spesso tendono a non affrontare.

In questi giorni si stanno raccogliendo le firme per sostenere la proposta. Il primo passo poi sarebbe la creazione di una Consulta che definirebbe la proposta.
Sosteniamola tutti. A prescindere dal colore politico.
I giovani devono avere più voce in Liguria.

Il servizio civile digitale 

Un servizio civile digitale per i giovani. Si può fare. E’ un altro progetto per tenere in Liguria i nostri giovani. 

Ne abbiamo parlato a lungo con il ministro Giuseppe Provenzano, che lo sta studiando anche per proporlo a livello nazionale. 

Il servizio è riservato ai giovani tra i diciotto e i vent'anni che, dopo gli anni della scuola e prima di cominciare a lavorare, sarebbero impegnati nel diffondere le conoscenze digitali nelle famiglie, nelle scuole e nelle imprese. 

Il vantaggio sarebbe duplice: la diffusione di saperi digitali innanzitutto. Ma il servizio aiuterebbe anche i ragazzi - che sarebbero retribuiti - ad acquisire competenze da poter poi utilizzare per entrare nel mondo del lavoro.

Il progetto prevede la creazione di una nuova forma di servizio civile di giovani per fornire servizi di formazione personalizzata, in particolare sul digitale, alle famiglie più in difficoltà, con il coinvolgimento di amministrazioni locali, organismi del terzo settore e reti di cittadinanza attiva.Il progetto si propone di impegnare 10.000 giovani (a livello nazionale), per un periodo di 18 mesi ciascuno, per l’alfabetizzazione informatica di genitori di bambini in età scolare. L’azione ha lo scopo di consentire ai genitori stessi di aiutare i figli nel loro percorso educativo e prevenire i fenomeni di dispersione scolastica. La didattica One to One, “da uno a uno”, ha carattere totalmente individualizzato: il giovane si farà carico dell’adulto del nucleo interessato per un numero di incontri che sarà concordato caso per caso (in media 4-6 ore settimanali). L’obiettivo è che ogni giovane coinvolga, in un semestre, almeno 5 nuclei familiari (15 nel corso dei 18 mesi), per un totale finale di 150.000 persone. 

Costo presvisto: 1 miliardo (occupazione temporanea di 10.000 giovani per 18 mesi, tutela della salute e della sicurezza, dotazione informatica, promozione). Per il suo carattere modulare, può essere adattato alle risorse disponibili.

 

L’intervista

https://www.lanuovasavona.it/2020/09/06/leggi-notizia/argomenti/news-1/articolo/sansa-un-futuro-per-i-giovani-foto.html

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LNS

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