“Sei distrutto perché sei stato costretto a chiudere il tuo negozio in centro a Savona. La crisi economica, il Covid e magari scelte sbagliate ti hanno portato a tirare giù la saracinesca. Come tanti sei in difficoltà” scrive Ravera. “Ecco, sappi che col regolamento approvato in Commissione il Comune ti obbliga, testuale, alla "pulizia delle saracinesche, delle vetrine e di eventuali spazi rientranti e/o prospicienti non protetti da serrande; all’oscuramento delle vetrine attraverso modalità e materiali (tipo cartoncino di colore neutro, chiaro) tali da rispettare il decoro estetico delle vie del Centro".
Insomma non vanno nemmeno bene i fogli di giornale.
Per me sono matti.”
E non è finita qui: il nuovo regolamento prevede un’altra chicca, che ci racconta sempre Ravera: “Sei un imprenditore e vuoi aprire una rosticceria da asporto nel centro di Savona. Un negozio capace di far assaporare la piadina romagnola, la pizza napoletana, gli arancini siciliani. Bene, caro imprenditore, sappi che il Comune di Savona non te lo permetterà.
Con un regolamento approvato in Commissione, infatti, in centro non potrà più essere aperta una simile attività se non per, testuale, "prodotti tipici regionali liguri". Insomma la Giunta di destra e la Lega pur di impedire l'odiato kebab vanno a penalizzare tutto e tutti e anziché agevolare l'apertura di nuove attività le ostacola... a meno che non si faccia solo panissa."
In una città coperta di guano, dove se puliscono un metro di marciapiede lo mettono su Facebook con tanto di fotografia illustrativa (vedi atrio del Comune), cassonetti traboccanti e percolanti, materassi in strada come un dormitorio, topi e blatte in ogni anfratto, a garantire il decoro saranno la bottiglietta per annacquare la pipì dei cani, le vetrine oscurate e la focaccia al pesto.
I commercianti subissati dalla Tari più salata d’Italia, dalla tassa sulle insegne e da innumerevoli altri balzelli ringraziano.
Forse però non vi votano più.