News13 novembre 2022 07:10

Chiusura del reparto Maternità: Savona difende il suo ospedale

Prime reazioni all’impostazione del piano sociosanitario di Regione Liguria, che vorrebbe chiudere il punto nascite del San Paolo. Russo: "La Regione ignora Savona, ma Savona non lo accetta". Il Patto per Savona: "Decisione miope, una politica che crede di risolvere togliendo diritti. Il San Paolo dovrebbe essere potenziato, non privato di servizi essenziali"

Chiusura del reparto Maternità: Savona difende il suo ospedale

“Notizie incredibili e sconcertanti” per il sindaco di Savona Marco Russo: “Ancora una volta apprendiamo dai giornali le linee politiche che riguardano il territorio senza che ci sia stato alcun coinvolgimento dei comuni.

È ormai un'abitudine che però è intollerabile perché porta a scelte sciagurate come questa e come abbiamo visto per il PRIIMT.

La Regione ignora Savona ma Savona non lo accetta.

Inoltre, come abbiamo detto mesi fa, è assurdo anche solo ipotizzare la chiusura del punto nascite nell’ospedale del capoluogo, nel più grande bacino di utenza della provincia.  

Fare così significa non solo piegare l’ospedale San Paolo, ma privare i cittadini di un servizio essenziale.

Infine il balletto di apertura e chiusura del punto nascite del San Paolo o del Santa Corona ha come unico obiettivo quello di mettere i territori savonesi gli uni contro gli altri, invece la nostra provincia deve essere compatta e capace  di esprimere una visione unica e lungimirante per evitare decisioni assurde come questa.
Savona deve reagire e l’amministrazione comunale farà la sua parte.”


Sulla stessa linea i consiglieri del Patto per Savona: “Ancora una volta e soltanto dai giornali, si apprende la notizia del progetto di Alisa, certamente in accordo con il Presidente della Regione, della chiusura della Divisione di Ostetricia e (non dimentichiamolo) Ginecologia dell’Ospedale San Paolo di Savona.

Privare la città, capoluogo di Provincia, di questi reparti fondamentali per i cittadini savonesi - da tale decisione sarà certamente interessata anche la Pediatria - danneggia tutta la sanità locale, depotenzia l’intero ospedale e crea un enorme disservizio alle famiglie.

Non poter più contare su un reparto all’interno della città in una disciplina medica così delicata è togliere il diritto alla sicurezza nell’emergenza, serenità nel percorso ed al momento della nascita, prime cure pediatriche neonatali ed in fase pediatrica acuta e cura  nella diagnosi e nella patologia ginecologica.

Sebbene si comprenda, anche secondo le indicazioni nazionali, che i costi sanitari debbano essere contenuti e sia da affrontare la cronica carenza di personale medico ed infermieristico, non riteniamo accettabile che il contrasto a tali difficoltà possa essere affrontato soltanto con una politica di privazione dei diritti: questo progetto di chiusura è un vero e proprio sopruso su salute, prevenzione e cura per le cittadine e cittadini di Savona e provincia.”

“Occorre pensare - proseguono dal Patto - che dietro ai numeri statistici vi sono le donne che ancora una volta pagano un prezzo altissimo in termini di stress e sicurezza, specie in uno dei momenti più delicati della vita, dove saranno costrette a spostarsi, talvolta in emergenza, su strade di una regione neppure troppo servita da questo punto di vista, non dimenticando l’affollamento turistico della stagione estiva, che va a complicare un traffico già normalmente molto congestionato.

Sul tema dei collegamenti inoltre è utile ricordare che tutto l’entroterra da Vado Ligure a Varazze, compresa la Valbormida, ha come Ospedale di riferimento il San Paolo di Savona, che quindi non solo non dovrebbe essere privato di questi servizi essenziali, ma al contrario dovrebbe essere potenziato in termini di organizzazione e personale dedicato.

Sperando che si possa trovare un accordo per un nuovo progetto che cancelli questa inutile, dannosa e miope  decisione, sarà compito del nostro gruppo, in accordo con tutta la maggioranza e il consiglio al completo di sostenere il Sindaco e la giunta nell' impegno nell' informare e sensibilizzare l’opinione pubblica per la salvaguardia del diritto fondamentale alla  salute, che si esercita anche con la conservazione dei reparti ospedalieri essenziali per la città”.

red

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