"Nel pieno rispetto di una logica superficiale, cinica, che guarda al ritorno immediato dal punto di vista politico, apprendiamo che è predisposto un Piano Socio-Sanitario Regionale, impostato da Alisa e dal nuovo Assessore alla Sanità dott. Grattarola (trattasi di esperto di sanità in quanto, appunto, medico.)"
Così il Comitato iscritti CGIL della Asl 2, che prosegue:
"In questo piano, per quanto riguarda la ASL 2 Savona, viene paventata la riorganizzazione attraverso la chiusura e il trasferimento, dal S. Paolo di Savona al S. Corona di Pietra L., della S. C. Ostetricia (punto nascite) e della Centrale di 112/118.
Certamente la notizia, buttata sul tavolo con disinvoltura, scatena la bagarre con interventi da parte dei referenti provinciali, dei comitati e altro, che portano a semi dietro front, precisazioni e quanto ancora vedremo.
Ora è bene ricordare che in un progetto di tale portata sono coinvolti più di cento lavoratori (tra Ostetricia e 118) di tutte le qualifiche, quindi ancora una volta quelli che subiranno in colpo in modo immediato, dovendo percorrere decine di chilometri rispetto all’attuale situazione.
Poi è bene rammentare ai progettanti che, in contro tendenza con quanto accaduto sinora (vedi progetto Gaslini diffuso ma anche altre operazioni sugli ospedali di Cairo e di Albenga), si tratterebbe di una delocalizzazione di attività necessarie alla popolazione, dal punto di vista demografico, maggiormente concentrata e con il terzo bacino provinciale (Val Bormida) gravitante sullo stesso capoluogo.
E’ poi bene ricordare che le due strutture sono adeguatamente attrezzate per operare nella sede attuale, mentre qualsiasi altra soluzione comporterebbe un intervento architettonico, tecnico e strutturale con finanziamenti e tempi che rimandano ad un possibile futuro.
Crediamo che un Punto nascite sul ponente savonese sia necessario, lo abbiamo sempre richiesto e abbiamo sostenuto le iniziative volte a ripristinarlo, conseguentemente crediamo che questo risultato non debba essere ottenuto a discapito delle attività già presenti in altre sedi, questo vale per tutte le attività sanitarie che in questi anni sono state ridotte o cancellate dalle amministrazioni che si sono succedute alla guida della sanità ligure.
Per quanto riguarda la nostra organizzazione, prima vengono i lavoratori, che non devono essere spostati secondo il volere del politico del momento e devono essere messi nelle condizioni idonee per svolgere al meglio il loro lavoro, solo in questo modo saremo in grado di dare le risposte di assistenza e sostegno sanitario di cui la cittadinanza necessita.
Confermiamo quindi - concludono dal Comitato - la nostra contrarietà all’operazione dichiarata dall’assessore, siamo pronti alla mobilitazione dei lavoratori della Sanità a sostegno delle iniziative di difesa della sanità"