News23 novembre 2022 17:42

"Chiudendo i punti nascite si toglie il diritto all'aborto"

Sanità, Gianni Pastorino (Linea Condivisa): "In Liguria si prediligono gli aspetti politici a quelli sociali, determinando così altre contraddizioni che inevitabilmente ricadranno sulla popolazione"

"Chiudendo i punti nascite si toglie il diritto all'aborto"

Lo chiediamo da settimane e mesi: sulla chiusura dei punti nascite ci piacerebbe capire  quali sono gli indicatori, suggeriti dall’assessore alla Sanità di Regione Liguria Angelo  Gratarola, che prevedono la chiusura di due centri nascita sul territorio regionale. 

È vero che chiudere un centro nascite significa determinare un disagio per il territorio (che  sia Ponente, Centro Est, Centro Ovest). È altrettanto vero e scientificamente provato che  quando un centro nascite si attesta sotto la soglia minima di 500 nati all’anno si  sviluppano problemi di sicurezza per le donne partorienti e i nascituri. 

Poi questi centri che si vogliono chiudere si occupano anche di interruzione di gravidanza  ai sensi della legge 194. Se è vero che l’IVG è una questione ginecologica è altrettanto vero  che, entrando nel merito, all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena vengono fatti oltre  

550 aborti all’anno tra interventi chirurgici e farmacologici. C’è da aggiungere poi che  l’ospedale di Sampierdarena rappresenta il punto di riferimento per la distribuzione della  pillola RU486.  

O la pillola viene distribuita anche nei consultori, cosa che non sembra piacere alla  Giunta Toti, oppure si creano problemi evidenti sul territorio per quanto riguarda la  distribuzione della pillola. Ricordiamo infatti che le interruzioni volontarie di gravidanza  (IVG) non vengono fatte né all’ospedale Galliera né al Gaslini. Su questo la Giunta Toti  dovrebbe fare una riflessione perché tutto questo è inaccettabile. 

La situazione che si andrebbe a creare (aggiungiamo l’obiezione di coscienza) renderebbe di  fatto impossibile la scelta di abortire. 

Colpisce che questo piano sociosanitario possa essere formulato dentro una stanza chiusa,  senza avere minimamente contezza della realtà che circonda. Crediamo dunque che la  proposta della Giunta Toti, così come è formulata, sia profondamente ingiusta e  sbagliata.  

Ancora una volta si guarda solo ad una parte della nostra città e della nostra regione. Si  prediligono gli aspetti politici a quelli sociali, determinando così altre contraddizioni che 

inevitabilmente ricadranno sulla popolazione, sulle donne e gli uomini che vivono in questa  regione e sugli operatori sociosanitari che saranno spostati da una parte all’altra della  regione senza alcuna logica. 

comunicato stampa

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