Cose Belle06 aprile 2023 13:29

Nuovofilmstudio, la settimana al cinema

La programmazione dal 6 al 13 aprile: The quiet girl, L'appuntamento, Le vele scarlatte, Monica, I misteri

Nuovofilmstudio, la settimana al cinema

Dal 7 al 10, arriva al Nuovofilmstudio The quiet girl, candidato al premio Oscar per il miglior film internazionale: l'opera di Colm Bairéad è l'adattamento di Foster, acclamata storia breve scritta da Claire Keegan. Un delicato dramma di formazione che esplora le questioni della famiglia attraverso gli occhi della sua giovane protagonista.


Sempre dal 7 al 10 aprile in prima visione L'appuntamento, atteso ritorno della regista Teona Strugar Mitevska dopo il successo di Dio è donna e si chiama Petrunya. Ancora una volta Mitevska mette in scena con la sua verve ironica un ritratto femminile per riflettere sulla società, sui suoi pregiudizi e la sua violenza, ma anche sulla possibilità sempre viva dell’amore e della redenzione.


Dall'11 al 13 Le vele scarlatte di Pietro Marcello, ospite in collegamento per lo spettacolo di martedì 11 alle 21.00: liberamente ispirato dall’omonimo romanzo russo di Aleksandr Grin, il film narra la crescita di una donna affamata di vita e libertà, inserendola nella cornice di un racconto popolare, musicale e storico.


Al suo fianco, sempre dall'11 al 13, Monica: Andrea Pallaoro mette in luce i temi universali del rifiuto, della vergogna, dell’accettazione e del perdono attraverso il racconto intimista, sospeso tra passato e futuro, di Monica, una bravissima Trace Lysette, prima attrice transgender protagonista di un film in concorso a Venezia.


Giovedì 13 aprile, alle 21.00, ospiti i registi Daniele Greco e Mauro Maugeri e la produttrice Giulia Iannello, per la proiezione de I misteri: quattro feste popolari siciliane raccontano di tradizioni e riti antichissimi, spettacolari, spesso poco conosciuti e che sopravvivono precariamente, quasi sempre additati dall'ordine pubblico come pericolosi. In un ciclico alternarsi delle stagioni le comunità coinvolte, dedicano alle feste mesi di lavoro preparatorio e trovano nei giorni delle celebrazioni piena espressione della loro identità collettiva.

 

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio

 

The quiet girl

 

(An cailín ciúin)
di Colm Bairéad
con Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennet
Irlanda 2022, 95'

 

ven 7 apr (15.30 - 21.00)
sab 8 apr (18.00)
dom 9 apr (15.30 - 21.00)
lun 10 apr (18.00)

 

Nell’Irlanda rurale dei primi anni ’80, Cáit, 9 anni, è una bambina tranquilla e silenziosa che passa le sue giornate in solitudine, trascurata da una famiglia povera, sovraffollata e disfunzionale. Alla chiusura delle scuole viene mandata dai genitori a passare l’estate presso una coppia di lontani parenti. Sotto la loro cura la bambina rifiorirà, ma in questa casa, dove non dovrebbero esserci segreti, ne scopre uno…

 

The quiet girl, candidato al premio Oscar per il miglior film internazionale, è un adattamento in lingua irlandese di Foster, l’acclamata storia breve scritta da Claire Keegan. Un delicato dramma di formazione che esplora le questioni della famiglia attraverso gli occhi della sua giovane protagonista.
«Foster ha toccato così tanti temi per me importanti, temi che sono stati alla base del mio lavoro di regista di corti fino a quel momento: i complessi legami familiari, la questione della crescita emotiva e psicologica e, soprattutto, il fenomeno del dolore e la sua capacità di modellarci. Da una prospettiva formale, il racconto in sé è stato immediatamente stimolante: una narrazione in prima persona, al presente, raccontata attraverso gli occhi di una bambina. È stato assolutamente coinvolgente, empatico e intrinsecamente visivo - gran parte del film è dato da ciò che questa bambina sta vedendo e sentendo, momento per momento. La tensione narrativa è completamente derivata dall'esperienza della bambina, piuttosto che da un'eccessiva dipendenza dalla trama. Mi è sembrata una sfida allettante dal punto di vista registico. Ma era anche la “piccolezza” del racconto quello in cui credevo. C’è una citazione di Mark Cousins dove dice che se osserviamo da vicino e attentamente una piccola cosa, possiamo vedere molto altro in essa. Sono molto attratto da questa nozione, quando qualcosa di molto grande e profondo può essere trovato in piccoli luoghi, in una sorta di umiltà narrativa. Più di ogni altra cosa, tuttavia, è stata il flusso emotivo della storia a convincermi del suo potenziale come film. La sua costrizione, e il suo successivo rilascio catartico, mi hanno ipnotizzato e ho immaginato un adattamento cinematografico che avrebbe potuto produrre lo stesso effetto sul pubblico».
(Colm Bairéad)

  

Trailer: https://youtu.be/<wbr></wbr>nh5ksLxuaEY

L'appuntamento

 

(Najsrekjniot chovek na svetot)
di Teona Strugar Mitevska
con Jelena Kordic, Adnan Omerovic, Labina Mitevska
Macedonia/Slovenia/Danimarca/<wbr></wbr>Croazia/Bosnia-Herzegovina 2022, 95'

 

ven 7 apr (18.00)
sab 8 apr (15.30 - 21.00)
dom 9 apr (18.00)
lun 10 apr (15.30 - 21.00)

 

Sarajevo. Asja è una donna single di 40 anni e per incontrare l’anima gemella si iscrive a un buffo evento di speed dating. Qui conosce Zoran, un uomo misterioso e di bell’aspetto con cui all’inizio sembra nascere una sintonia speciale. Ma Zoran non è lì per cercare l’amore: c’è un segreto nel suo passato che riguarda proprio Asja e che ha unito i loro destini...

 

L’appuntamento segna l’atteso ritorno della regista Teona Strugar Mitevska dopo il successo di Dio è donna e si chiama Petrunya. Come sempre nel suo cinema, Mitevska parte da un grande ritratto femminile per riflettere sulla società, sui suoi pregiudizi e la sua violenza, ma anche sulla possibilità sempre viva dell’amore e della redenzione.
«Cosa ci definisce: la nostra etnia, la nostra religione, il nostro genere? Cosa ci divide o ci unisce? Questa è una storia sulla precarietà della vita, sugli incontri casuali che uniscono l’aggressore e la vittima, riportando in vita il passato doloroso; è una storia di connessioni impossibili, di amore e di assurdità. Vedo questo film come una sinfonia di movimenti coreografici che rivelano strati di emozioni e lentamente portano lo spettatore a uno stato di vertigine. E poi c’è la città di Sarajevo, testimone di ferite aperte e dolori passati. Per me L’appuntamento è una sorta di poesia e un modo per celebrare il meglio di quella che era la Jugoslavia e Sarajevo, la città più bella del mondo con le persone più belle. La sceneggiatrice Elma Tataragić è la mia anima gemella, una forza collaborativa senza pari. Dio è donna e si chiama Petrunya è stato per me un viaggio personale, mentre L’appuntamento è la storia personale di Elma: la sceneggiatura è ispirata alla sua vita. Il film si svolge in un unico spazio e mi sono trovata di fronte a una grande sfida: come filmare questo cast di quaranta attori, di cui solo diciassette professionisti, senza annoiare il pubblico? Sapevo che si trattava di un film corale e dovevo trattarlo come un puzzle o una cattedrale in cui ogni pezzo è di fondamentale importanza: un personaggio non potrebbe funzionare senza gli altri e viceversa. Ho fatto quindi sei settimane di prove, perché le prove permettono di organizzare il caos e di creare spazio per l’improvvisazione, per far emergere dagli attori verità che non si possono trovare altrimenti».
(Teona Strugar Mitevska)
 

Le vele scarlatte

 

di Pietro Marcello
Francia/Italia 2022, 99'
con Juliette Jouan, Raphaël Thierry, Noémie Lvovsky, Louis Garrel, Yolande Moreau


Ospite in collegamento video il regista Pietro Marcello allo spettacolo delle 21.00 di martedì 11

 

mar 11 apr (15.30 - 21.00)
mer 12 apr (18.00)
gio 13 apr (15.30)

 

Da qualche parte nel nord della Francia, una giovane orfana di madre di nome Juliette viene accudita e cresciuta dal padre, reduce dalla Prima Guerra Mondiale, sviluppando uno spirito solitario e una passione per il canto e la musica. Una profezia dettata da una maga le rammenterà che un giorno delle vele scarlatte la condurranno lontana dal suo villaggio, verso un destino ignoto.

 

Liberamente ispirato dall’omonimo romanzo russo di Aleksandr Grin (1923), Le vele scarlatte narra la crescita di una donna affamata di vita e libertà, inserendola nella cornice di un racconto popolare, musicale e storico.
«Rondinella che di notte vieni, fedele, traversando la tempesta/or dimmi, dove vai o rondinella?/ Qual brezza ti sospinge o viaggiatrice errante?/ Ascolta, come vorrei volare via con te!».
I versi della scrittrice Louise Michel esprimono l’innato desiderio di libertà impresso nell’animo della protagonista, il cui sguardo ci rende partecipi di un mondo sensibile e fiabesco. Pietro Marcello accarezza i suoi personaggi guardandoli da vicino, infondendogli vita come se fossero anch’essi sculture inanimate risvegliate dalla linfa della Storia, inserite in un contesto bucolico, agreste e comunitario. Lontano da pulsioni femministe a buon mercato, il regista si concentra sul concetto di autodeterminazione, seguendo Juliette in un viaggio a tappe forzate verso l'acquisizione di una vera conoscenza di sé: si delinea così un “film-femmina” in cui la protagonista deve compiere per sé stessa un mutamento che agli uomini che la circondano non è riuscito: essere un umano compiuto e libero.
«Hirondelle aux yeux noirs, il me faut, comme à toi, l’air et la liberté!».
«Rondinella dagli occhi neri, proprio come te ho bisogno di aria e libertà!».
 

Monica

 

di Andrea Pallaoro
con Trace Lysette, Patricia Clarkson, Joshua Close
USA/Italia 2022, 110'

 

mar 11 apr (18.00)
mer 12 apr (15.30 - 21.00)
gio 13 apr (18.00)

 

Monica, una donna transgender che ha vissuto lontano da casa per molti anni, riceve una telefonata che la convincerà a fare ritorno in quei luoghi che ha abbandonato quando era ancora un ragazzo. Gli affetti lasciati in sospeso e il rapporto interdetto con la madre e il resto della sua famiglia la accompagneranno attraverso un viaggio nell’inestricabile intimità e delicata reticenza delle relazioni familiari...

 

Con Monica, Andrea Pallaoro prosegue il suo sguardo sulle donne mettendo in luce i temi universali del rifiuto, della vergogna, dell’accettazione e del perdono attraverso un racconto intimista, sospeso tra passato e futuro. A Monica (una bravissima Trace Lysette, prima attrice transgender protagonista di un film in concorso a Venezia) è stata preclusa la possibilità di restare nella famiglia, dopo che la madre Eugenia (un'altrettanto brava Patricia Clarkson) l’ha rinnegata per aver voluto cambiare sesso; l’occasione per ricostruire un legame su queste macerie coincide con la fase terminale della vita di Eugenia e con il capovolgimento dei ruoli madre/figlia. Osserviamo così da un lato il corpo femminile di Monica intento ad accudire una madre che fatica a riconoscerla come figlia; dall’altro tutta la fragilità di Eugenia in bilico tra lucidità e opacità. L’inesorabile scorrere del tempo bussa alla loro porta: tornare, per Monica, significa ricomporre i pezzi di una famiglia attraverso un assemblaggio inedito, mentre per Eugenia implica concedersi la possibilità di conoscersi una seconda volta accettando le trasformazioni e i limiti imposti dalla mente e dal corpo. Infine, per entrambe e per noi tutti, ricordarsi che le emozioni, le storie e i sentimenti non hanno identità, ma sono universali.
 

I misteri

 

di Daniele Greco e Mauro Maugeri
Italia 2022, 71'

 

Ospiti in sala i registi Daniele Greco e Mauro Maugeri e la produttrice Giulia Iannello

 

gio 13 apr (21.00)

 

Quattro feste popolari siciliane raccontano di tradizioni e riti antichissimi, spettacolari, spesso poco conosciuti e che sopravvivono precariamente, quasi sempre additati dall'ordine pubblico come pericolosi. In un ciclico alternarsi delle stagioni le comunità coinvolte, siano esse costituite da pescatori o agricoltori, dedicano alle feste mesi di lavoro preparatorio e trovano nei giorni delle celebrazioni piena espressione della loro identità collettiva. Il legame ancestrale col proprio territorio viene identificato con un preciso elemento della natura, rappresentativo di quel preciso luogo, col quale il popolo celebra la propria essenza.

 

«Al cuore del nostro documentario non c’è l’aspetto più immediato legato alla spettacolarità delle feste o alla loro pericolosità, ma le vicende che coinvolgono intere famiglie, diverse generazioni unite in un lavoro comune: i protagonismi individuali tipici del reality show cedono il passo a un racconto che, al di là della sua eccezionalità, rivela una storia secolare, nella quale i singoli diventano parte di un tutto. La linea che abbiamo scelto di mantenere per tutto il documentario è di seguire i protagonisti nella loro vita quotidiana intrecciata alla preparazione della festa, di entrare nelle loro case scomparendoci dentro, di registrarne i suoni senza soffermarsi sulle parole. L’assenza di dialoghi rafforza la potenza del paesaggio sonoro e risulta evidente quanto - in questi riti - i significati delle parole siano spesso poco importanti rispetto alle profonde vibrazioni del suono prodotte da nenie, preghiere e canti tradizionali. Partendo da una curiosità antropologica, abbiamo voluto sperimentare un linguaggio cinematografico narrativo, emotivo ed estetico».
(Daniele Greco, Mauro Maugeri)
 

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