News20 gennaio 2024 15:34

Accorpamenti scolastici: perché Savona è a sinistra

La vicesindaco Elisa Di Padova: "Dalla Regione scelte incomprensibili e offensive per i territori"

Accorpamenti scolastici: perché Savona è a sinistra

Il vicesindaco di Savona, Elisa Di Padova, che ha anche la delega alle Politiche Educative della città, dichiara:“Siamo di fronte all'ennesimo esempio di una Regione che non ascolta i territori e impone senza  conoscere, per di più sembra farlo solo per regolamento di conti all'interno del centrodestra nella  più miope logica di posizionamento politico. Il tutto in un quadro in cui il Governo continua a  compiere scelte che penalizzano la scuola, tagliando invece di investire". 

"L'indicazione dell'Assessore regionale a proposito dell'accorpamento di Carcare e il successivo  emendamento che riguarda Savona (entrambi neanche lontanamente condivisi con l'Ente  Provincia, il nostro territorio e, soprattutto, le scuole) sono scelte incomprensibili e offensive verso  gli enti territoriali.  

I presidi non coinvolti, leggono dai giornali. La Scuola non è fatta di pedine di cui si può disporre a piacimento". 

"Come condiviso con la Provincia abbiamo dato la nostra disponibilità ad affrontare questa vicenda con uno spirito unitario e comprensoriale, che tuteli il territorio e le progettualità in un settore così importante e strategico come è la scuola. Per questo qualche giorno fa abbiamo scritto al  Presidente Olivieri con il quale condividiamo il pensiero che non ci sia spazio nel nostro territorio  per ulteriori accorpamenti nell'anno scolastico 24-25. E su questo la Provincia aveva ricevuto una  rassicurazione scritta da parte della Regione. 

Un conto è un piano di dimensionamento che preveda la riorganizzazione di alcuni Istituti, tenendo conto non solo dei numeri, ma anche della qualità dei contenuti, degli insegnamenti, della tipologia della popolazione scolastica, della programmazione dell'offerta formativa. Altra cosa è un  approccio ragionieristico che cerchi soltanto di far tornare i numeri con provvedimenti tampone  che non tengono conto delle esigenze e delle peculiarità delle scuole. 

E questo vale per la sciagurata proposta di Carcare, ma anche per l'altra ipotesi, ultima in ordine  di tempo, che riguarda il Mazzini Da Vinci con il Boselli Alberti (entrambi già frutto di  accorpamenti precedenti), di cui anche i relativi dirigenti non sapevano assolutamente nulla. Una  scuola monstre che, senza alcun progetto condiviso, unirebbe indirizzi tecnici con professionali, che si ritroverebbe ad essere dislocata in 4 plessi diversi, con numeri in costante variazione, anche a  causa dei movimenti legati ai fenomeni di dispersione scolastica, una scuola che avrebbe una  varietà di studenti molto difficile da gestire anche rispetto alle diverse fragilità, alle aspettative,  alle progettualità da attivare e con entrambi progetti PNRR specifici da portare avanti.  

Tutto questo a iscrizioni iniziate, dopo tutta l'attività di orientamento fatta e gli open day con i  ragazzi e le famiglie. E' vero, si dice, le aule, i professori, i corsi resteranno - per il momento - ma  sarà compromesso il ruolo di regia, di efficacia, di funzionalità rispetto alle scuole e il rischio  concreto è di un inevitabile indebolimento, perchè i Dirigenti scolastici sono assolutamente  rilevanti ai fini della didattica, ma pare che nessuno abbia più il coraggio di dirlo. Chi oggi  propone sulla carta gli accorpamenti conosce la quantità e la qualità dei corsi dei singoli istituti,  ne conosce le problematiche?

Il pasticcio regionale e il teatrino fatto solo di riposizionamenti politici che invece si sta  consumando in questi giorni è inaccettabile, squalificante. Non bisognerebbe mai dimenticare che  la responsabilità della politica è nelle azioni che ricadono sui nostri territori e in questo caso, sui  nostri ragazzi e sulla qualità generale della nostra scuola e quindi di tutti i cittadini”.

com