Cultura27 luglio 2025 17:38

Manifesto estetico per una politica del sentire

In difesa dell’incontro tra etica e bellezza (di Armando Ciriello)

Manifesto estetico per una politica del sentire

 

1. Il bello è il bene 

Ritengo che non vi sia vero bene che non sia anche bello, e che ogni forma autentica di  bellezza contenga una dimensione etica. 

È il kalòs kai agathòs dei Greci a guidarci: non come nostalgia di un passato idealizzato, ma  come fondamento per una civiltà nuova, in cui l’arte dell’incontro, della parola e del gesto  tornino a essere atti morali. 

2. Etica ed estetica non sono categorie distinte 

La modernità ha spezzato ciò che era unito: da Kant in poi, l’etica è diventata dovere e la  bellezza mero gusto. 

Sono in disaccordo ed esprimo resistenza a questa separazione. L’etica senza bellezza è  cieca. L’estetica senza etica è vuota. 

Sentire il bello non è un esercizio di gusto, ma un modo di percepire la vita nella sua verità. 3. L’estetica del sentire 

Non si cerca la bellezza da vetrina, il consenso, l’immagine lucidata per apparire. Il bello, per noi, è ciò che fa vibrare, che apre all’altro, che commuove. È ascolto, cura, intimità, gesto gratuito. 

È un volto che si offre e non si impone. È politica del tu, non propaganda dell’io. 4. L’incontro come fondamento 

Ogni vera esperienza politica nasce dall’incontro tra corpi e parole. 

L’estetica dell’incontro non è ornamento, ma materia prima del vivere civile. È la qualità dello spazio tra noi, la forma del tempo che abitiamo insieme. Laddove non c’è incontro, c’è solo dominio. 

5. La bellezza non è neutra 

La bellezza autentica non è mai indifferente: svela, inquieta, invita alla responsabilità. È un atto etico di riconoscimento, perché chi sente davvero il bello non può fare a meno di  proteggerlo, rispettarlo, custodirlo. 

Anche la giustizia, se non ha bellezza, diventa cieca amministrazione. 

6. Contro l’estetizzazione del potere 

Viviamo in un tempo in cui la politica ha smarrito il senso del bello come verità e ha  sostituito l’incontro con la scenografia.

Il potere ama i riflettori, ma non il volto dell’altro. 

La nostra estetica è allora una forma di resistenza: un modo di restituire forma all’umano,  contro ogni estetica del cinismo. 

7. La forma è sostanza 

Non c’è gesto etico senza forma. Non c’è parola giusta senza ritmo. 

Il modo in cui si dice è ciò che si dice. 

Per questo il nostro impegno è estetico: perché la forma è responsabilità, cura, amore per  l’altro. 

Chi sente la bellezza è chiamato a custodire la giustizia. 

Chi agisce il bene è chiamato a creare armonia. 

Solo dove il bene è anche bello può nascere un mondo vivibile.

Armando Ciriello