Poi l’alzata d’ingegno di metà mandato: facciamo la newco (tradotto, privatizziamo).
Venne il 2019 e con lui il manager toscano Tapparini, che beato lui “situazioni drammatiche non ne vedeva”.
Arrivò il 2020, con Savona sommersa dalla rumenta e gli abitanti infuriati per una Tari sempre più alta.
A gennaio Silvano annunciava che entro la primavera la difficile pratica newco sarebbe stata conclusa.
Adesso eccoci a luglio, coi lavoratori ATA che per la seconda volta in venti giorni fanno sciopero, e i cassonetti che scoppiano di rifiuti e puzza.
E non è per capriccio che scioperano, ma per un motivo ben preciso. I precari son sempre precari, e soprattutto il piano industriale, promesso venti volte in consiglio comunale e almeno cento ai microfoni della stampa, non lo trova nessuno.
“Se il Comune di Savona non ci darà una risposta in giornata, domani 14 luglio ci fermeremo di nuovo” scrive la CGIL.
Nonostante il Comune prometta un documento entro le 14 di oggi, l’unica risposta reale potrebbe essere proprio quel leggendario piano industriale, che chissà se qualcuno l’ha scritto.
E se sì, chissà dove lo tiene.
Quattro anni spesi bene.