Martedì 13, mercoledì 14 e giovedì 15 ottobre ritornano gli appuntamenti di "Arte al Cinema" in compagnia del Fai Giovani Savona. Apre la stagione "Maledetto Modigliani", il docufilm che racconta, in occasione delle celebrazioni a 100 anni dalla morte, la vita e la produzione di Amedeo Modigliani. Introduzione di martedì alle 21.00 a cura di FAI Giovani Savona. Ingresso aperto a tutti 10€ - soci FAI e soci sostenitori 8€.
Sempre martedì 13, mercoledì 14 e giovedì 15 ottobre s'inaugura anche la nuova stagione de "Il Cinema Ritrovato - al cinema", grandi film in edizione completamente restaurata dalla Cineteca di Bologna. Il primo appuntamento è con "Caro Diario" di Nanni Moretti, Palma d'Oro al Festival di Cannes, Nastro d'argento per la miglior regia, David di Donatello per il miglior film.
Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio (aprite il link in un browser esterno a Facebook, altrimenti non visualizzerete i posti disponibili!)
La associazione ha adottato tutte le misure anti covid indicate dalla normativa in vigore per garantire una proiezione sicura e senza preoccupazioni. Per maggiori informazioni: https://bit.ly/3c0KIpq
Un divano a Tunisi (Un divan a tunis) | ||||||
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ven 9 ottobre (15.30 - 18.00 - 21.00) sab 10 ottobre (15.30 - 18.00 - 21.00) dom 11 ottobre (15.30 - 18.00 - 21.00) lun 12 ottobre (15.30 - 18.00 - 21.00)
di Manele Labidi Labbé con Golshifteh Farahani, Majd Mastoura Mastoura, Aïsha Ben Miled Tunisia/Francia 2019, 87'
Premio del pubblico alle Giornate degli Autori di Venezia 2019.
Selma Derwich è una giovane psicanalista dal carattere forte e indipendente cresciuta a Parigi insieme al padre. Quando decide di tornare nella sua città d’origine Tunisi, determinata ad aprire uno studio privato, le cose non andranno come previsto. La ragazza si scontrerà con un ambiente non proprio favorevole, i suoi parenti cercheranno di scoraggiarla e lo studio inizierà a popolarsi di pazienti alquanto eccentrici…
Regista francese di origine tunisina, Manele Labidi ritrova le sue radici attraverso l'epopea di Selma, eroina scapigliata in bilico tra due culture. Disorientata come la sua psicanalista davanti a un paese in mutazione, Labidi sceglie la commedia e si confronta con le barriere culturali di una comunità che si dimostra scettica verso la pratica analitica. La prima qualità di "Un divano a Tunisi" è proprio la scelta di affrontare il suo soggetto col sorriso. La regista comprende tutto il potenziale comico della situazione e la dimensione di una società schizofrenica che rifiuta un aiuto psicologico. Scritto con goliardia e un pizzico di malizia, il suo film racconta la determinazione contro i pregiudizi, esasperando i paradossi. Brillante e spensierato, con l'ambizione di riprodurre la cattiveria della commedia all'italiana contaminata da atmosfere newyorkesi, "Un divano a Tunisi" mostra i contorsionismi mentali di una classe media incapace di adattarsi ai nuovi orizzonti, sottomessa alle seduzioni commerciali. Tutti vogliono un posto sul lettino della protagonista - interpretata dalla radiosa Golshifteh Farahani - che diventa il teatro di eccessi comici ma anche di momenti malinconici e interrogativi esistenziali. Perché contro la legge del silenzio, Selma ascolta.
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