Cose Belle01 dicembre 2022 13:02

Nuovofilmstudio, le novità della settimana

La programmazione dal 2 al 7 dicembre e l'incontro "La Dolce Bellezza: Dolce vita vs Grande bellezza - il Cinema a Savona dagli anni ’60 a oggi"

Nuovofilmstudio, le novità della settimana

Giovedì 1 dicembre, alle ore 18.00, è previsto l'incontro "La Dolce Bellezza: Dolce vita vs Grande bellezza - il Cinema a Savona dagli anni ’60 a oggi": ricordi, testimonianze e commenti di quattro generazioni, di laici e religiosi. Ospiti, in ordine di generazione, Giovanni Burzio - Elio Ferraris - Renato Allegra - Don Giovanni Lupino - Marco Biancardi - Marco Panichella. E altri personaggi a sorpresa!

A seguire, alle ore 20.30, proiezione de "La dolce vita" nella versione restaurata in 4k dalla Cineteca di Bologna.


Ecco la programmazione dal 2 al 7 dicembre.


Dal 2 al 5 dicembre la nostra sala propone in prima visione "Forever young": Valeria Bruni Tedeschi firma una emozionante opera di maturità rivivendo la giovinezza vibrante degli allievi attori del Théâtre des Amandiers di Patrice Chéreau, interpretato da Louis Garrel.


Martedì 6 e mercoledì 7 dicembre arriva al Nuovofilmstudio "Dante": Pupi Avanti racconta la vita del Sommo Poeta attraverso gli occhi di Boccaccio, incarnato da un Sergio Castellitto che filtra l’esperienza esistenziale di Alighieri come solo un devoto discepolo saprebbe fare nei confronti del proprio padre e maestro.

 

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio

 

 

Forever young

 

(Les amandiers)
di Valeria Bruni Tedeschi
con Baptiste Carrion-Weiss, Alexia Chardard, Louis Garrel
Francia/Italia 2022, 126'

 

ven 2 dic (15.15 - 18.00 - 21.00)
sab 3 dic (15.15 - 18.00 - 21.00)
dom 4 dic (15.15 - 18.00 - 21.00)
lun 5 dic (15.15 - 18.00 - 21.00)

 

Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza. Entrati nella prestigiosa scuola teatrale "Les Amandiers" creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani. Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi tragedie...

 

Valeria Bruni Tedeschi firma una emozionante opera di maturità rivivendo la giovinezza iniziatica e vibrante degli allievi attori del Théâtre des Amandiers di Patrice Chéreau.

«Come in tutti i miei film, parto da ricordi veri e li trasformo in finzione. Ciò che resta autobiografico sono le emozioni. Alla scrittura si sono mescolati i miei ricordi e quelli degli ex studenti del teatro Amandiers che sono andata a intervistare. In ogni caso volevo che gli attori si impadronissero dei personaggi e mi spogliassero delle immagini e dei ricordi che avevo io. A tutto questo materiale si sono aggiunti anche elementi che abbiamo inventato, ad esempio il personaggio della giovane donna bocciata all’esame di ammissione nella scuola, perché ho avuto la sensazione che mancasse un personaggio che incarnasse i perdenti. Bisogna ricordare come questa scuola e questo teatro fossero percepiti all'epoca: Amandiers era il centro del mondo e tutti i grandi artisti, attori e drammaturghi vi venivano a lavorare. Noi piccoli studenti vi abbiamo incontrato Piccoli, Koltès, Deneuve, Depardieu, Bondy, ecc. Era esaltante. Quando abbiamo scritto il personaggio di Patrice Chéreau, abbiamo scovato interviste, ricordi, ma poi Louis Garrel ha creato il suo Chéreau. Non è Patrice Chéreau ma la visione personale di Garrel di chi fosse Chéreau. Tuttavia, era necessario rappresentare l'energia di Patrice, la sua intelligenza, il suo amore per gli attori, e questi sono i segreti di fabbricazione di Louis. Per la ricostruzione storica ho solo cercato di trovare cose che mi facessero provare emozioni subito, per esempio la musica. Lo stesso per le scenografie, non abbiamo cercato di riprodurre perfettamente gli anni '80 e c'è anche qualcosa di contemporaneo nel film, ma ci sono elementi che mi fanno subito provare emozioni come le cabine telefoniche, perché parlare al telefono dentro una cabina o farlo al cellulare non è per niente la stessa cosa. Di fronte a una cinepresa si brucia di desiderio, sul palco di un teatro succede la stessa cosa... ma non si tratta di un bruciare che riduce a cenere. Non ho mai avuto l’impressione di sentirmi distrutta da questo tipo di lavoro. C'è stato un tempo in cui non mi venivano offerte parti teatrali, per cui ho cambiato strada e sono andata nella direzione del cinema. Grazie ad un amico che mi ha dato la possibilità di scrivere ho pensato di poter proseguire su questa via, anche facendo tesoro della mia esperienza da attrice. È stato un nuovo orizzonte e mi sono accorta di poter raccontare la mia storia, in modo indipendente».
(Valeria Bruni Tedeschi)

 

 

Dante

 

di Pupi Avati
con Sergio Castellitto, Alessandro Sperduti, Enrico Lo Verso
Italia 2022, 94’

 

mar 6 dic (15.30 - 18.00 - 21.00)
mer 7 dic (15.30 - 18.00 - 21.00)

 

Settembre 1350, Giovanni Boccaccio, a trent’anni dalla morte di Dante Alighieri, viene incaricato dalla Compagnia dei Laudesi di intraprendere un viaggio verso Ravenna al fine di donare dieci fiorini d’oro alla figlia del sommo poeta, Suor Beatrice, come risarcimento per la morte del padre esule. L’antefatto dà luogo ad un autentico viaggio nel quale Boccaccio incontra i personaggi che conobbero, accompagnarono e ospitarono Dante durante il suo esilio, nell’ottica di un racconto intimista in cui a prevalere è l’aspetto umano.
“Dante” è, prima di tutto, un tributo al Poeta come uomo dotato di molteplici sfaccettature: da sempre la rappresentazione di colui che è annoverato tra i più grandi autori della nostra storia letteraria è stata canonizzata o alterata; ciò ha portato a perdere di vista l’esistenza “più pura” di Dante, al di sotto della quale si celano le fragilità, le insicurezze e la quotidianità di un uomo intento a vivere il proprio tempo. Tuttavia, “Dante” è anche un meta racconto nel quale Boccaccio, interpretato da Sergio Castellitto, filtra l’esperienza esistenziale di Alighieri, come solo un devoto discepolo saprebbe fare nei confronti del proprio padre e maestro. Boccaccio custodisce e tramanda la memoria del sommo vate nel “Trattatello in laude di Dante”, considerato la prima biografia del Poeta e si cimenta nella trascrizione della Commedia, consacrandone l’importanza con l’aggiunta dell’aggettivo divina. L’interesse di Pupi Avati per il Medioevo ha permesso la realizzazione di un film in cui emergono, in tutta la loro forza, la sensibilità, la misteriosità e l’onniscienza di Dante, contribuendo alla composizione di un vero e proprio tableau vivant che racchiude al suo interno i punti essenziali della vicenda di un Dante umano.

 

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