Nuovofilmstudio aderisce a "Cinema in Festa", un’iniziativa proposta al pubblico da parte di Anec e Anica, con il supporto del MiC e in collaborazione con il David di Donatello - Accademia del Cinema Italiano. Per 5 giorni, da domenica 8 a giovedì 12 giugno, il biglietto costerà soltanto 3,50€ (dove indicato). L’iniziativa si inserisce nell’ambito di "Cinema Revolution – Che Spettacolo L’Estate", la campagna sostenuta dal MiC che trasforma l’estate 2024 in una stagione straordinaria di film e promozioni. Per maggiori informazioni www.cinemainfesta.it.
ven 6 giu (15.00 italiano) (21.00 vos)
dom 8 giu (18.00 - 21.00 italiano - Cinema in Festa 3.50€)
lun 9 giu (15.00 - 18.00 italiano - Cinema in Festa 3.50€)
L'AMORE CHE NON MUORE
(L'amour ouf)
di Gilles Lellouche
con Adèle Exarchopoulos, François Civil
Francia/Belgio 2024, 166'
Anni ’80, nord della Francia. Jackie e Clotaire crescono nella stessa città, nello stesso liceo, intorno alle stesse banchine del porto. Lei studia, lui sta in giro. I loro destini si incrociano e si innamorano perdutamente. La vita fa di tutto per tenerli lontani, ma sono come due metà dello stesso cuore pulsante...
Sei anni dopo la commedia sociale "7 uomini a mollo", Gilles Lellouche ritorna con un grande 'romanzo criminale', un primo amore bruciante e totalizzante.
«"L'Amore che non muore" è una storia che nasce da alcuni periodi della mia adolescenza. Ho sempre provato un particolare interesse per le relazioni amorose contrastate e l’aspetto della lotta di classe che deriva dall’amore che si prova per qualcuno che, in apparenza, non è destinato a te. Questa direzione narrativa era perfettamente in linea con i miei gusti letterari e cinematografici. In un certo senso, è un omaggio indiretto a "Martin Eden", un romanzo che amo. Ricorda anche alcuni film che ho nel cuore, in particolare i film di Coppola degli anni ‘80 come "Rusty il selvaggio" o "I ragazzi della 56a strada". È una sorta di mix agrodolce tra violenza e sentimenti estremi, a metà tra il caldo e il freddo, il dolce e il salato. L’adolescenza è la culla dei nostri desideri, delle nostre aspirazioni e delle nostre fantasie. Poi, anni dopo, arriva un momento in cui si fa il punto della situazione sui propri sogni. Sono diventati accessibili o inaccessibili? C’è stata continuità o c’è stata una frattura? Sono stati anni cruciali per me, perché è durante l’adolescenza che è nato il mio desiderio di fare cinema».
(Gilles Lellouche)
Trailer: https://youtu.be/GUxz7BoUtt4
ven 6 giu (18.00 vos)
dom 8 giu (15.30 italiano - Cinema in Festa 3.50€)
lun 9 giu (21.00 italiano - Cinema in Festa 3.50€)
SCOMODE VERITÀ
(Hard truths)
di Mike Leigh
con Marianne Jean-Baptiste, Michele Austin
Gran Bretagna/Spagna 2024, 97'
Londra. Pansy, una casalinga schiacciata dalle sue paure e in conflitto costante con il marito e il figlio, si rinchiude sempre più in sé stessa. Sarà il confronto con la sorella Chantelle, più solare e indipendente, a riaprire vecchie ferite, ma anche a offrirle una possibilità di rinascita.
Il pluripremiato regista britannico Mike Leigh ("Segreti e bugie", "Turner", "Il segreto di Vera Drake") torna dietro la macchina da presa con "Scomode verità", ricevendo il consenso di critica e pubblico e numerosi riconoscimenti per le intense interpretazioni delle attrici protagoniste, Marianne Jean-Baptiste e Michele Austin. Il film segna un ritorno ai temi più cari a Leigh: le dinamiche familiari, le fragilità umane e la ricerca di un senso di appartenenza nel mondo. In "Scomode verità", come nella maggior parte delle sue opere, il regista mette in scena le contraddizioni e le sfide della vita quotidiana attraverso il suo inconfondibile stile tragicomico, fatto di sguardi delicati, attenzione ai dettagli e una visione profonda della natura umana, confermando ancora una volta la sua abilità nel creare storie intime e universali.
«Mi interessa poco lavorare con le star, attori che piegano i loro ruoli a un personaggio pubblico consolidato, ma sono entusiasta di collaborare con i caratteristi, cioè con attori che non interpretano se stessi, ma sono in grado di interpretare persone reali. Volevo riunirle Marianna e Michele per la terza volta con me. In realtà non ricordo, e tanto meno voglio parlare del perché ci imbarchiamo in un viaggio alla scoperta di quello che è il film. Quanti romanzieri hanno detto: “Non sapevo cosa sarebbe successo dopo, e poi il personaggio me l'ha detto”. In pratica lo facciamo davvero. I miei film sono, per me, una parte consistente di un'indagine personale in corso. Non sono film sui film. Non sono film di genere. Sono film sulle cose, sulla vita».
(Mike Leigh)
Trailer: https://youtu.be/rl5rrlzAS2A
ven 6, sab 7, dom 8 giu (ingresso libero)
Premio Quiliano Cinema 2025 (ottava edizione)
Il Premio Quiliano Cinema nasce nel 2017 da un’idea del Gruppo Cineforum Quei Bravi Ragazzi, gruppo di volontari appassionati di cinema che, sotto l'egida dell'Assessorato alla Cultura, per il tramite della Biblioteca Civica Aonzo, realizza eventi con l’obiettivo della diffusione del linguaggio cinematografico soprattutto nel proprio territorio di appartenenza e con l'auspicio di creare nuove forme di incontro e di confronto dialettico attraverso la proiezione di film d’autore e non solo. Patron e conduttore della manifestazione è il giornalista cinematografico, scrittore, regista, attore e produttore “Steve” Stefano Della Casa, amico e collaboratore insostituibile dalla prima edizione. Viene coinvolto da subito nel progetto l’artista Gianni Celano Giannici pittore e ceramista che viveva a Quiliano, deceduto nel 2020, che ha realizzato il premio in ceramica simbolo dell’evento, a suggellare il sodalizio tra forme d’arte diverse.
Venerdì 6 giugno - anteprima
Teatro Nuovo di Valleggia
h.20.45 proiezione Giannici, l'Artista che voleva illuminare le Stelle di Carlo Cotti Intervento del regista
Sabato 7 giugno
Nuovofilmstudio
h.15.45 apertura del Premio Quiliano Cinema 2025
h.16.00 proiezione "Musicanti con la Pianola" di Matteo Malatesta
h.18.00 incontro con Pivio e Aldo De Scalzi
h.21.00 incontro con il regista attore e conduttore televisivo Riccardo Rossi che a ruota libera spazierà sul costume la musica il cinema e la televisione
A seguire proiezione "La prima volta di mia figlia" di Riccardo Rossi
Domenica 8 giugno
Teatro Nuovo di Valleggia
h.11.00 incontro con Tatti Sanguineti con la presenza di Carlo Freccero, Cristina Bolla, Marco Giusti e Steve Della Casa ripercorreranno le tappe della straordinaria carriera del protagonista e della “scuola savonese”
h.15.30 “cosa ci faceva Hitch tra Genova e Alassio nel 1925?”
Incontro con il giornalista Massimo Boero che ci racconterà dei luoghi liguri in cui
Sir Alfred Hitchcock ha girato il primo lungometraggio della sua luminosissima carriera.
h.16.45 proiezione del film Luce di Silvia Luzi e Luca Bellino
h.18.30 incontro con i registi e con l'attrice protagonista Marianna Fontana
h.20.30 Proiezione del film “Zamora” (2023) di Neri Marcorè
A seguire l’incontro con l’attrice protagonista Marta Gastini che ripercorrerà le tappe della sua carriera e le emozioni per un film dal sapore antico e vincitore del David di Donatello per l’esordio alla regia di Neri Marcorè
mar 10 giu (15.15 - 21.00 - Cinema in Festa 3.50€)
mer 11 giu (18.00 - Cinema in Festa 3.50€)
LE ASSAGGIATRICI
di Silvio Soldini
con Elisa Schlott, Max Riemelt, Alma Hasun
Italia/Belgio/Svizzera 2024, 123’
Nel 2012, a 95 anni, poco prima di morire, una donna di nome Margot Wölk ha rivelato di essere stata una delle giovani tedesche costrette ad assaggiare i pasti di Hitler. Nessuno aveva mai saputo dell’esistenza delle assaggiatrici. Margot Wölk è stata l’unica tra loro a sopravvivere alla fine della guerra. La sua vicenda ha ispirato il romanzo di Rosella Postorino da cui Soldini ha tratto il film.
Autunno 1943. La giovane Rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo. Il Führer vede nemici dappertutto, essere avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, assieme ad altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Rosa, la berlinese, fatica a farsi accettare. Ma quando finalmente vince la diffidenza verso di lei, accade qualcosa che la farà sentire in colpa. Un ufficiale delle SS, contro ogni razionalità e a dispetto di sé stessa, risveglia in lei l’amore. O forse il semplice bisogno di sentirsi viva, nonostante tutto.
«Utilizzare un “piccolo pennello” credo sia stata la chiave anche per far convivere momenti duri e cupi con momenti più lievi, di bellezza e di poesia. La mia idea era fare un film dove i dettagli e i piccoli gesti diventano forti ed emozionanti quanto gli accadimenti più vistosi; le mani di Rosa, ma non solo le sue, gli sguardi, il rosso del sangue, la foto di Gregor, il vento negli alberi, la luce di una torcia, la lettera nella neve...».
(Silvio Soldini)
Trailer: https://youtu.be/s_N_NiqV1v4
mar 10 giu (18.00 - Cinema in Festa 3.50€)
mer 11 giu (15.30 - 21.00 - Cinema in Festa 3.50€)
LA CONVERSAZIONE
(The conversation)
di Francis Ford Coppola
con Gene Hackman, Robert Duvall, Frederic Forrest
USA 1974, 117'
Harry Caul è un esperto di sorveglianza audio, un professionista discreto e metodico che registra conversazioni private per conto di clienti facoltosi. La sua vita solitaria e paranoica viene sconvolta quando, durante un incarico, cattura una conversazione tra una coppia che lascia presagire un possibile omicidio. Più Harry analizza il nastro, più si convince di essere coinvolto in un crimine, spingendolo a scavare in un mistero che lo porterà a mettere in discussione la sua stessa moralità.
"La conversazione", diretto da Francis Ford Coppola nel 1974, è un capolavoro del cinema paranoico degli anni '70, un thriller psicologico che esplora temi come la privacy, l'ossessione e il senso di colpa, con una performance indimenticabile di Gene Hackman nel ruolo del protagonista.
Coppola, fresco del successo de "Il Padrino" (1972), realizza un film più introspettivo ma ugualmente potente, influenzato dal clima post-Watergate e dalla crescente sfiducia verso le istituzioni. La regia è meticolosa, con un uso magistrale del suono (vincitore della Palma d’Oro a Cannes e candidato a tre Oscar, tra cui Miglior Film). La colonna sonora (di David Shire) e il montaggio audio giocano un ruolo centrale, trasformando rumori di sottofondo in elementi narrativi chiave. Gene Hackman dà vita a uno dei personaggi più complessi del cinema: Caul è un uomo chiuso, quasi ascetico, la cui fede nella tecnologia si scontra con un crescente tormento esistenziale. L’atmosfera claustrofobica è accentuata dalla fotografia grigia e dalle inquadrature che isolano Harry nel suo mondo di solitudine e sospetto. L'uomo è vittima dello stesso strumento che domina, intrappolato in una gabbia di auto-isolamento. Il finale ambiguo (tra i più discussi della storia del cinema) lascia aperta la questione se il protagonista sia spettatore o complice. Curiosità: il film è ispirato al thriller "Blow-Up" (1966) di Antonioni, ma con un approccio più crudo e americano. Coppola lo considerava il suo lavoro più personale, un film ipnotico, un gioiello di suspense psicologica che fonde stile hitchcockiano con profondità filosofica. La regia di Coppola e la recitazione di Hackman creano un’esperienza cinematografica angosciante e riflessiva, ancora oggi modernissima all’epoca dei social, nella società dell’ipervisibilità e del voyeurismo consentito, anzi esibito e compiacente dall’altro “capo”. "La conversazione" assume un valore ancora più sconvolgente. Nel rumore diffuso ogni intimità appare ancora più fasulla, posticcia, inventata. La vita quotidiana di Harry Caul è un assurdo e costante pedinamento delle vite altrui. L’uomo pare nutrirsi delle vite degli altri, delle loro parole, dei loro volti, delle espressioni facciali. Di sfumature e improvvisi suoni distorti per la lontananza degli indagati dai microfoni...
Trailer: https://youtu.be/29d2jAWZd00
gio 12 giu (21.00 - Cinema in Festa 3.50€)
L'OMBRA DEL GIGANTE
di Alberto Bellavia
Italia 2025, 70'
Ospiti il regista, l'attore olandese Andrew Vandaele e per il Ferrania Film Museum Alessandro Bechis
Un gigante chiamato "Ferrania". Un'eccellenza industriale e sociale, che per 80 anni ha regalato a migliaia di persone il sogno di un meraviglioso avvenire. Ma ormai su quell'immenso viale rimane solo un'ombra. La Ferrania era il futuro. Ora é Leggenda.
La fabbrica italiana che dal 1920 in poi, ha prodotto supporti flessibili e fotosensibili di registrazione delle immagini, in termini più comprensibili la cara e ormai dismessa pellicola. Pellicola cinematografica, fotografica, radiografica, foto meccanica e carta per stampa. Un’eccellenza industriale in concorrenza con pochissime altre aziende nel mondo, colossi come Kodak, Agfa, Gevaert, Ilford e Fuji. C’è stato un tempo, dove già all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale, il marchio “Ferrania” era sinonimo di Made in Italy, come unica pellicola a colori “Ferraniacolor” prodotta in Europa, per ingegno, volontà e un pizzico di fortuna nel non risultare tra le fabbriche distrutte. Non c’è stato paese al mondo che non sia stato raggiunto dai suoi prodotti. Il documentario è stato girato nello stabilimento situato a Ferrania, una località del Comune di Cairo, all’interno della Provincia di Savona in Val Bormida, dove, durante il Ventesimo secolo, si ha avuto un forte incremento di attività produttive in molteplici settori, rese possibili grazie agli ampi spazi e ai collegamenti diretti con il porto di Savona e il nord Italia. La vita dentro e fuori la fabbrica degli operai, i luoghi di ritrovo e socializzazione come il dopolavoro, i tornei di bocce, le feste in maschera, tornei di calcio e tennis, i concerti con artisti di livello nazionale e internazionale. "L'ombra del gigante" è il racconto dei dipendenti che hanno lavorato per una vita e hanno vissuto l’epopea di questa industria italiana che è entrata nella storia.
Trailer: https://youtu.be/zMBbZQJfkXk
teatro dei cattivi maestri
Sabato 7 giugno ore 20.30
LA FORMULA, THE DAY AFTER
I Foresti della Migrantes
La compagnia teatrale “I Foresti della Migrantes” collegata all’insegnamento e al potenziamento della lingua italiana per stranieri, opera dal 2009 ed ha prodotto ogni anno spettacoli cui hanno preso parte giovani di varie nazionalità e provenienze, spesso diversi ogni anno in dipendenza dai flussi migratori.
Anche quest’anno propone i temi della pace universale e della comprensione reciproca inducendo alla riflessione sul futuro dell’umanità attraverso lo stile ironico e scherzoso della commedia.
“La Formula, the day after”, è il sequel dello spettacolo del 2024 e riparte dalla figura del professor Georg Abqari: scienziato geniale, profondamente umano e inascoltato predicatore di pace, è alle prese con la devastazione quasi totale della terra a causa della terza guerra mondiale. Cercherà una via di salvezza per l’umanità progettando una macchina cronospaziale che permetta ai sopravvissuti di fuggire dalla terra, resa ormai inabitabile, con l’ aiuto insperato di un’entità proveniente da un’altra galassia…
INGRESSO LIBERO
Lunedì 9 e mercoledì 11 giugno ore 21.30
I Cattivi Maestri presentano:
Spettacolo del laboratorio di teatro adulti, livello avanzato
LA CALZOLAIA MERAVIGLIOSA
La calzolaia che non cedette né alle lusinghe né alle monete
Da Garcia Lorca.
Elaborazione drammaturgica di Antonio Tancredi.
Con Piermario Astegiano, Valentina Botta, Gabriella Fazzino, Paolo Filippi, Marina Giliberti, Sara Sartori, Daniele Valanzola.
_______________________________________________________________
INGRESSO: Intero € 7, ridotto soci Arci € 5.
PRENOTAZIONI: 392 1665196 – 349 2984973 – cattivimaestri@officinesolimano.it
RAINDOGS HOUSE musica
Sabato 7 giugno ore 22.00
JON SPENCER WITH KENDALL WIND AND MACKY SPIDER BOWMAN
Apertura porte ore 21:00 – Inizio ore 22:00
ingresso 20e (ingresso 18e under 25) con tessera arci
Domanda iscrizione – Biglietti On Line
https://youtu.be/x0ONf5Rh-WQ?si=uy_oWPjfiNa6hs8j
https://youtu.be/6u_EA85kunw?si=kRQeaxbBbH_CVyZP
https://youtu.be/iVjX77W3tgc?si=dO0tLDmnPRi6MQPA
https://youtu.be/y6BvhF7TCpk?si=hALKt4MDAZJa3rdR
https://hvsr.net/post/2022/jon-spencer-blues-explosion
Sbucato praticamente fuori dal nulla, senza annunci in pompa magna e con un “battage pubblicitario” degno di una distribuzione con modalità da carboneria (un po’ alla stregua di quanto fatto anche da Jack White col suo “No name album“) arriva a sorpresa un nuovo album dell’iconico frontman-chitarrista garage/blues/trash/punk Jon Spencer, che a inizio mese ha rilasciato, su Bronze Rat records e Shove records, “Sick of being sick!“, suo secondo Lp solista che arriva sei anni dopo “Jon Spencer sings the hits“.
Il disco è stato registrato dal menestrello elettrico del New Hampshire (ma newyorchese di adozione) questa volta senza HITmakers (la sua ultima incarnazione dopo lo scioglimento della Blues Explosion, e coi quali aveva inciso il materiale più recente, il long playing di debutto “Spencer gets it lit“) ma insieme a Kendall Wind (al basso e voce) and Macky Spider Bowman (alla batteria e voce) membri della formazione garage rock/punk newyorchese Bobby Lees (che avevano già collaborato con Spencer, il quale aveva prodotto il loro long playing del 2020, “Skin suit“) per masticare un chewing gum della durata di poco meno di venti minuti che si dipana tra l’assalto ragionato dell’opener “Wrong“, la crampsiana “Get away“, il feeling alla JSBX di “Come along” e quello alla HITmakers di “Coulda been” (che sembra essere quasi una outtake di “Spencer gets it lit”) l’abrasiva “Out of place“, il frizzante rockabilly di “Fancy pants” (forse il pezzo migliore del lotto) e le sveltine R’N’R di “Guitar champ” e della conclusiva “Disconnected“.
Jon Spencer è stato una forza innovativa nella scena musicale indipendente fin dalla metà degli anni Ottanta. Acclamato performer dal vivo, ha girato tutti i continenti tranne l’Antartide e ha accumulato una discografia da capogiro come leader di Pussy Galore, The Jon Spencer Blues Explosion, Heavy Trash e Jon Spencer & the HITmakers, oltre che con Boss Hog, The Honeymoon Killers, The Gibson Brothers e Taxi Girls. Le sue collaborazioni includono (ma non solo) il lavoro con Steve Albini, Add N To X, Nicole Atkins, Beastie Boys, Beck, Bomb The Bass, R.L. Burnside, James Chance, Coldcut, Chuck D, Dan TheAutomator, Jim Dickinson, DJ Shadow, Einsturzende Neubauten, Guitar Wolf, GZA, David Holmes, Japanese Popstars, Dr. John, Calvin Johnson, Steve Jordan, Khan, Moby, Money Mark, The Muffs, The North Mississippi All Stars, Princess Superstar, Puffy AmiYumi, The Sadies, Nancy Sinatra, Solex, Solomon Burke, Speedball Baby, Rufus Thomas, UNKLE, Unloved, Andre Williams e Bernie Worrell.
Cose Belle05 giugno 2025 15:08
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