di Wim Wenders
con Anselm Kiefer, Daniel Kiefer, Anton Wenders
Germania 2024, 93'
introduzione di sabato h.21.00 a cura del Gruppo FAI Giovani Savona
ven 3 mag (15.30 - 18.00 in italiano) (21.30 v.o.s.)
sab 4 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
dom 5 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
lun 6 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
Dopo il grande successo di Perfect Days, Wim Wenders torna al cinema con l’omaggio ad Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e importanti artisti del nostro tempo. Il film racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco, la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della Storia. Wenders realizza un'esperienza cinematografica unica, che mette in luce il linguaggio di Kiefer, fortemente influenzato dalla poesia, la letteratura, la filosofia, la scienza, la mitologia e la religione. Per oltre due anni, il regista è tornato sulle tracce di Kiefer partendo dalla nativa Germania fino alla sua attuale casa in Francia, ripercorrendo le tappe di un viaggio dietro le quinte della sua arte. Un nuovo incredibile ritratto d’artista dopo il lavoro fatto su Sebastião Salgado ne Il sale della Terra, Pina Bausch in Pina e Buena vista social club.
«Anselm Kiefer e io siamo nati alla fine della Seconda Guerra Mondiale, lui qualche mese prima, io qualche mese dopo. Abbiamo trascorso la nostra infanzia nello stesso paese in rovina, con un’immagine di sé completamente distrutta, piena di adulti, compresi i nostri parenti e insegnanti, che desideravano freneticamente costruire un futuro per sé stessi e che altrettanto freneticamente cercavano di dimenticare il passato o di fingere che non fosse accaduto. Mentre Anselm studiava legge a Friburgo in Brisgovia, io, nello stesso periodo, vi studiavo medicina. Avremmo potuto incontrarci allora, ma abbiamo preso direzioni diverse: lui ha studiato in un’accademia di arte, io mi sono iscritto in una scuola di cinema. Ma poiché niente è formativo quanto le prime impressioni, avevamo molto da condividere e molto in comune. Naturalmente in seguito avremmo convogliato le nostre esperienze dell’infanzia in modi molto differenti. Ci siamo incontrati per la prima volta nel 1991 e abbiamo iniziato a conoscerci. Anselm stava preparando la sua grande esposizione alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Cenavamo insieme quasi tutte le sere, nel ristorante Exil che ora non esiste più. Fumavamo, bevevamo e parlavamo molto. Sono rimasto incantato quando ho visto quella mostra - era assolutamente fantastica e illuminante - Già nelle nostre chiacchierate di quel tempo, parlavamo di fare un film insieme. Ma mentre io ero impegnato con Fino alla fine del mondo e Così lontano così vicino, Anselm si è trasferito nel sud della Francia e l’ho perso di vista per un certo periodo. Siamo comunque rimasti in contatto, di quando in quando, e l’idea di fare un film non è mai naufragata. Ma si è realizzata solo con l’improvvisa presa di coscienza “ora o mai più!” quando un comune amico mi ha portato a Barjac, dove Anselm lavora da quasi trent’anni e ha creato la più incredibile e completa topografia della sua opera: il paesaggio comprende varie costruzioni architettoniche, numerosi padiglioni, cripte sotterranee e persino un gigantesco anfiteatro coperto con un tetto. Anche quella volta, non avevo mai visto nulla del genere. Quando alla fine Anselm e io ci siamo incontrati lì, è stato come riprendere dal punto in cui ci eravamo lasciati anni prima. Poco dopo sono andato a fargli visita nel suo attuale studio a Croissy, vicino a Parigi, e con una stretta di mano abbiamo deciso di realizzare finalmente il film insieme. In Anselm abbiamo anche inventato scene tratte dalla sua infanzia e ci siamo immersi profondamente nella sua storia personale. Nel farlo, abbiamo sfocato i confini tra passato e presente. Ci siamo presi questa libertà perché di fronte all’arte devi definire tu stesso la libertà. Spero che il pubblico scelga di lasciarsi alle spalle categorie e opinioni, di accantonare ogni preconcetto su quello che l’arte può essere o può conseguire e che si limiti ad assimilare la straordinaria libertà espressiva di questo grande pensatore, poeta romantico e visionario tedesco».
(Wim Wenders)
Trailer: https://youtu.be/k8Ny75l2cWs