Merita un veloce commento la situazione creatasi con la richiesta di patteggiamento inviata al GIP di Genova da Toti e Signorini attraverso la quale si intende chiudere la vicenda di presunta corruzione impropria e finanziamento illecito ai partiti (per Toti): una vicenda che ha squassato le istituzioni regionali della Liguria e condotto così alle elezioni regionali anticipate al prossimo 27-28 ottobre.
Ancora una volta si è dimostrata la permeabilità verso comportamenti illeciti attuati attraverso il meccanismo dell'elezione diretta a cariche monocratiche o attraverso nomine che sfuggono a controllo di legittimità.
Il caso della Liguria mette in discussione quattro punti fondamentali:
a) la governabilità realizzata attraverso la personalizzazione;
b) l'eccesso di potere accentrato in una figura monocratica praticamente annullando il ruolo dei consessi elettivi (laddove il ruolo dei consiglieri di maggioranza è quello di fidelizzarsi per la rielezione, senza alcuna espressione di merito):
c) nel caso dell'Ente Regione (caso emblematizzato dalla denominazione di Governatore attribuita giornalisticamente al presidente della Giunta Regionale) la progressiva trasformazione dell'Ente da soggetto di coordinamento legislativo a soggetto di nomina e di spesa.
d) si apre il tema dei controlli di legittimità e di spesa, incautamente messi da parte o tentati di ridimensionamento per aprire la strada alla velocità del "fare".
Inoltre ci sarebbe da discutere anche sull'abolizione del reato d'abuso d'ufficio per i pubblici amministratori.
Ci sarà tempo per riflettere sui risvolti istituzionali di questa vicenda: certo che, a campagna elettorale in corso, il "modello Genova" ne esce abbastanza malconcio.
Franco Astengo
"Il Rosso non è il Nero" Savona