L'inchiesta sulla centrale di Vado subisce un nuovo, pesante colpo: il PM Carusi ha chiesto l'archiviazione per i 23 indagati accusati di omicidio colposo. Si tratta di dirigenti Tirreno Power, sindaci e tecnici di Provincia e Regione.
A fine anno, l'ultimo atto: l’undici dicembre si aprirà infatti nel Tribunale di Savona il processo a carico di 26 manager dell'azienda per disastro ambientale e sanitario colposo legato alle emissioni delle ciminiere.
Nel ruolo di parte civile, troveremo il Ministero dell’Ambiente e le principali organizzazioni ambientaliste (Greenpeace, Legambiente, Medicina Democratica, Uniti per la Salute, Wwf e Anpana).
In conclusione, cosa ci insegna il caso Tirreno Power?
Noi, che abbiamo ascoltato le testimonianze di famiglie distrutte, di medici, farmacisti e biologi, non possiamo dimenticarle.
Ma la legge è legge, e la giustizia deve obbligatoriamente seguire il suo corso, fatto di carte e possibilmente di certezze.
Se però il problema, come si evince, è la mancata identificazione dei cadaveri, non si può non rilevare che oltre un anno fa i Consiglieri comunali M5S avevano presentato una mozione relativa all’inclusione dell’area della Asl 2 Savonese nel Registro Tumori della Regione Liguria.
Mozione che la maggioranza del sindaco Caprioglio non aveva approvato. Un peccato, perché il registro tumori è fondamentale per conoscere i fattori di rischio e tutelare la salute pubblica.
Magari chissà, con un registro tumori attivo sul territorio al tempo in cui partì l'inchiesta, forse oggi scriveremmo qualcosa di diverso.