di Martin Scorsese
con Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone, Jesse Plemons, Robert De Niro, Brendan Fraser
USA 2023, 206'
mar 30 gen (15.30 in italiano)
mer 31 gen (20.00 in inglese con sottotitoli in italiano)
Oklahoma, anni Venti. Gli Osage, nativi americani costretti dal governo a trasferirsi nell’Indian Country, scoprono che sotto il loro territorio si trovano enormi giacimenti petroliferi. Da quel giorno, la loro vita cambia e ben presto si trovano a fare i conti con uno stuolo di uomini bianchi che bramano le loro ricchezze. Tra questi, il giovane Ernest Burkhart, reduce della Grande Guerra, che sposa l’indiana Mollie su suggerimento di suo zio William Hale, facoltoso e apparentemente generoso proprietario agricolo. Nel frattempo, tra l’indifferenza delle autorità locali, molti nativi vengono uccisi
Nella morte violenta della tribù nativa degli Osage, Scorsese rivede e riscrive i miti dei pionieri americani, dei cercatori d’oro e dei capitani d’industria che hanno ingrandito il mondo, unificandolo sotto la bandiera verde del dollaro americano e con i metalli pesanti della ferrovia. Dovrebbe essere una crime story ambientata in questo punto dello spazio e del tempo: il West americano e gli anni Venti, l’Oklahoma in cui le parole pellerossa e visopallido fanno ancora parte della lingua parlata, i Searcher di John Ford rivelati come killer. Quantomeno, la storia è quella nelle pagine del libro da cui il film è tratto, il true crime storico, best seller certificato dal New York Times di David Grann adattato per il cinema dallo stesso Scorsese e da Eric Roth. Un'opera caratterizzata da un gigantismo che non è solo nel minutaggio (oltre i duecento minuti, un vero e proprio affronto all'attenzione media che ormai il pubblico cinematografico è disposto ad assicurare) ma nel respiro complessivo dell'opera. Killers of the Flower Moon è infatti romanzo storico, che taglia in due mezzo secolo, che spazia fra più Stati dell'America del primo dopoguerra, che dà voce a più umanità: ci sono gli Osage e ci sono i bianchi, i politici e i latifondisti, le autorità e gli avvocati, ci sono i puri e i compromessi, gli avidi e gli stolti, i cinici e i servi. Fluviale, densissimo, ci riporta a una narrazione che può finalmente sedimentare, cosa oramai rara nel panorama hollywoodiano. Il gigantismo produttivo di Scorsese, a differenza di altre pellicole che inseguono senza reali motivi la lunga durata, calza perfettamente con le necessità narrative, con questo affresco storico e morale, con la necessità di ricostruire i fatti, di smascherare la pochezza umana dei cospiratori: non c’è, infatti, nessuna epica nelle gesta sanguinarie dei visi pallidi, nella loro brama di ricchezza, nella violenza spropositata, gelida, disumana – fin dalle performance di DiCaprio e dell’ottimo De Niro, la caratterizzazione dei vari loschi personaggi è volutamente marcata, a tratti persino comica.
Trailer: https://youtu.be/41NEL0rLh8k