• Cinema Nuovofilmstudio – In prima visione “LA ZONA DI INTERESSE” di Jonathan Glazer; lunedì, martedì si alterneranno le seconde visioni “PERSEPOLIS” di Marjane Satrapi e “FOTO DI FAMIGLIA” di Ryôta Nakano; gio 7 mar (15.00) lezione a ingresso libero del Prof. Mauro Spotorno, rassegna “Popolazioni in cammino”; alle 21 “LETIZIA BATTAGLIA shooting the mafia” di Kim Longinotto, per Nuovofilmstudio incontra la fotografia, con inaugurazione mostra fotografica alle 19.
• Teatro dei Cattivi Maestri – Domenica alle 17, per la rassegna dedicata ai più piccoli torna lo spettacolo che racconta la nascita del giornale per bambini più famoso d’Italia: “IL GIORNALE DEI BAMBINI, OVVERO LA NASCITA DEL CORRIERE DEI PICCOLI” di Annapaola Bardeloni, dei Cattivi Maestri. Consiglio per gli adulti: segnatevi la data di venerdì 15 marzo, “ARTURO” di Nardinocchi e Matkovich è da vedere.
• Raindogs House Musica – Venerdì 1 marzo ospiteremo il gruppo storico torinese anni ‘80 SICK ROSE, epicentro di quello che possiamo definire il rinascimento neo-Sixties italiano; in apertura altro gruppo mitico dal ponente ligure LE CAROGNE, un miscuglio di Garage, di Punk e di R'n'R. Domenica inizia un nuovo appuntamento di aperitivi: LA DOMENICALE!
Cinema
Il nuovo programma di marzo/aprile può essere scaricato in formato pdf da questo link https://bit.ly/49wIyuH oppure, se preferite la versione cartacea, sarà disponibile a breve in sala. In copertina Tre colori - Film rosso, ultimo capitolo della Trilogia dei colori di Krzysztof Kieślowski in programmazione il 26 e 27 marzo.
Giovedì 29 alle 17.00, il terzo appuntamento di Popolazione in cammino, la rassegna in collaborazione con l’Università degli studi di Genova dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali, all’interno del progetto PCTO. L'appuntamento è con Io capitano di Matteo Garrone.
Ecco la programmazione dall'1 al 7 marzo:
da venerdì 1 a lunedì 4 proseguono le proiezioni in italiano e in v.o. con sottotitoli in italiano de La zona d'interesse, Gran premio della Giuria a Cannes 2023 e candidato a 5 premi Oscar. A dieci anni di distanza da Under the skin, Jonathan Glazer si ripresenta con la trasposizione dell'omonimo romanzo di Martin Amis: una prospettiva inedita e uno sguardo nuovo su Auschwitz per riflettere sulla perdita dell'umanità e sulla banalità del male.
Martedì 5 e mercoledì 6 ritornano i restauri della Cineteca di Bologna con Persepolis di Marjane Satrapi, con le voci di Paola Cortellesi, Licia Maglietta e Sergio Castellitto. Persepolis è il racconto autobiografico della stessa Satrapi, divenuto, prima come graphic novel e poi al cinema, la più importante testimonianza culturale nel dibattito tra oriente e occidente, con un enorme successo di pubblico e critica. Vent’anni di storia visti con gli occhi di una piccola iraniana che cresce, cambia, capisce, scopre la storia della propria famiglia e del proprio paese.
Sempre martedì 5 e mercoledì 6 in prima visione Foto di famiglia: Ryôta Nakano racconta la storia vera del fotografo Masashi Asada fatta di momenti di gioia condivisa, solidarietà e immancabile ottimismo. Asada, prima con i suoi originali ritratti di famiglia, poi con il suo impegno come volontario nel restauro delle foto perse nel terremoto del 2011, ha entusiasmato il Giappone.
Giovedì 7, alle 15.00, sarà ospite in sala il Prof. Mauro Spotorno per la nuova lezione a ingresso libero tenuta nell'ambito della rassegna Popolazione in cammino, in collaborazione con l’Università degli studi di Genova dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali, all’interno del progetto PCTO.
Sempre giovedì 7 marzo, alle 19.00, in collaborazione con gli amici del Circolo Fotografico Saonensis DLF e del FAI Gruppo Giovani Delegazione Savona, il terzo appuntamento di Nuovofilmstudio incontra la fotografia, serie dedicata alle più interessanti e innovative figure della fotografia contemporanea.
In occasione della Festa della Donna, il ritratto di Letizia Battaglia, introdotto da Michela Vernazza del FAI, la proiezione del cortometraggio Io sono qui. Giuliana Traverso, introdotto dalla collaboratrice del film Orietta Bay e dal regista Samuele Mancini e, in quanto parte trainante di tutto il progetto, la mostra fotografica collettiva curata dal Circolo Saonensis L'altra metà del cielo.
| | di Jonathan Glazer con Sandra Hüller, Christian Friedel, Ralph Herforth Polonia/Regno Unito/Stati Uniti 2023, 105’
Gran premio della Giuria a Cannes 2023; candidato a 5 premi Oscar (miglior film, miglior film straniero, miglior regista, miglior sceneggiatura non originale, miglior sonoro)
ven 1 mar (15.30 - 18.00 in italiano) (21.00 v.o. con sottotitoli in italiano) sab 2 mar (15.30 - 18.00 - 21.00 in italiano) dom 3 mar (15.30 - 18.00 - 21.00 in italiano) lun 4 mar (15.30 - 18.00 - 21.00 in italiano)
Un uomo e sua moglie tentano di costruire una vita perfetta in un luogo apparentemente da sogno: giornate fatte di gite in barca, il lavoro d'ufficio di lui, i tè con le amiche di lei e le scampagnate in bici con i figli. Ma l’uomo in questione è Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la curata villetta con giardino della famiglia si trova esattamente di fianco al muro del campo...
A dieci anni di distanza da Under the skin, acclamato universalmente come una delle opere che ha meglio colto le inquietudini della contemporaneità, Jonathan Glazer si ripresenta con la trasposizione dell'omonimo romanzo di Martin Amis: una prospettiva inedita e uno sguardo nuovo, con stile altissimo, per riflettere sulla perdita dell'umanità e sulla banalità del male. La denominazione “zona di interesse” - interessengebiet in tedesco - usata dalle SS naziste per descrivere l’area di 40 chilometri quadrati immediatamente circostante il complesso di Auschwitz, alla periferia di Oświęcim, in Polonia, è stata usata nel 2014 da Amis come titolo per il suo romanzo cupamente picaresco che alterna le prospettive tra collaboratori, esecutori e detenuti. In esso, un personaggio descrive la “zona” come analoga a uno specchio che rivela il proprio vero volto. Nel suo adattamento cinematografico Glazer si dimostra meno interessato alla riflessione che alla repressione. Il suo è infatti un film su personaggi che rifiutano fermamente di vedere sé stessi; l’identificazione e la consapevolezza potrebbero facilmente farli impazzire. Glazer immerge lo spettatore nella ridente e ben curata negazione della prospera e rampante famiglia Höss, il cui patriarca Rudolf è il comandante del campo. La locazione degli Höss, generosamente sovvenzionata in una villa immacolata su due piani, giustappone una fantasia ariana bucolica alla realtà da incubo su cui è stata (letteralmente) costruita. In questo finto Eden, gli Höss si sforzano di raggiungere la normalità. La rappresentazione dell’atrocità storica è una proposta complessa affrontata da registi come Resnais, Spielberg e Tarantino, e Glazer opta per una forma audace di inversione: lavorando su materiali storici rigorosamente ricercati il regista ha creato una pietra miliare nella storia dei moderni film sull’Olocausto, i cui orrori rimangono circostanti ed effimeri senza banalizzarne la gravità o diluirne il potere di turbare. In modo cruciale (e paradossale) è l’assoluta e severa piattezza della regia - il posizionamento calmo e implacabile della macchina da presa sotto la luce naturale - a testimoniare la gravità dello scenario. Il suo andamento preciso è il sottoprodotto di un metodo di produzione unico, che ha visto il regista e il suo team utilizzare fino a dieci telecamere fisse (controllate a distanza da una squadra di cinque macchinisti) per girare le scene contemporaneamente in diverse stanze del set. Senza troupe presente e con l’apparato di ripresa prudentemente incorporato nella scenografia, gli attori hanno potuto muoversi in totale libertà all’interno di un sistema meticolosamente costruito, con Glazer che osservava diversi monitor da una roulotte dall’altra parte del muro. Il film affronta di petto l'idea del genocidio e la osserva da dentro una serie di paraocchi accuratamente applicati, che mettono in crisi i comfort del senno di poi e della storia. Per tutte le sue sequenze di contenimento - porte che si chiudono, cose e persone che vengono messe al loro posto - La zona d’interesse è radicalmente aperto e rifiuta di chiudere la porta alla storia. Rimane pericolosamente, eternamente non chiuso.
Trailer: https://youtu.be/1uIVpxk1pTk |
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| Persepolis
Il Cinema Ritrovato. Al cinema in collaborazione con la Cineteca di Bologna | |
| di Marjane Satrapi con le voci di Paola Cortellesi, Licia Maglietta, Sergio Castellitto Francia/USA 2007, 96'
mar 5 mar (15.30 - 21.00) mer 6 mar (18.00)
Vent’anni di storia visti con gli occhi di una piccola iraniana che cresce, cambia, capisce, scopre la storia della propria famiglia e del proprio paese mentre il popolo insorge contro lo Scià, vede una rivoluzione e poi una guerra, soffre, emigra, ritorna nell’Iran degli ayatollah ormai adolescente, quindi scappa di nuovo, stavolta in Francia dove diventa una grande disegnatrice...
Persepolis racconta la vita di una bambina che diventa donna in una famiglia colta e progressista sotto il regime oscurantista dell’Iran. È il racconto autobiografico della stessa Marjane Satrapi negli anni Ottanta e Novanta, divenuto negli anni duemila, prima come graphic novel e poi al cinema, la più importante testimonianza culturale nel dibattito tra oriente e occidente, con un enorme successo di pubblico e critica. Satrapi traduce in raffinate animazioni in bianco e nero la sua autobiografia a fumetti, mettendo in scena con disincantata ironia la sua ricerca di libertà. Ancora oggi, a quasi vent’anni dal Premio della Giuria a Cannes, il film mostra il Medio Oriente come non lo conosciamo, rompendo tabù e pregiudizi. Attualissimo alla luce delle proteste e dei fatti drammatici degli ultimi anni in Iran, Persepolis pone ancora e di nuovo domande e riflessioni sempre più necessarie sulla condizione della donna a ogni latitudine, così come sul valore irrinunciabile della libertà di ogni essere umano e di ogni popolo. «Satrapi ha co-sceneggiato e co-diretto la versione cinematografica, che è una delizia: divertente e commovente nella sua estrema autenticità. Marjane, soprattutto da ragazzina, è un personaggio magnifico, intelligente, vulnerabile, con un amore gioioso e politicamente scorretto per la cultura trash occidentale. Ricorda un po’ Lisa Simpson e ancor più Lucy van Pelt dei Peanuts, ma con una serietà e una determinazione tutte sue. È vicina alla madre e più ancora alla nonna saggia e mondana, da cui prende la sagace ironia. La sua è una storia divertente e profondamente coinvolgente, le cui stilettate contro la misoginia delle classi dirigenti iraniane sono però sufficienti a suscitare rabbia. Una storia avvincente su cosa significhi per una bambina creativa e solitaria entrare nella vita adulta e scoprire una corrispondenza tra il proprio tumulto interiore e gli sconvolgimenti geopolitici». (Peter Bradshaw, The Guardian)
Trailer: https://youtu.be/_AihzLCtg-o |
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| | (Asadake!) di Ryôta Nakano con Kazunari Ninomiya, Haru Kuroki, Satoshi Tsumabuki Giappone 2020, 127'
mar 5 mar (18.00) mer 6 mar (15.15 - 21.00)
Nella famiglia Asada tutti hanno un sogno nel cassetto: il padre avrebbe voluto fare il pompiere, il fratello maggiore il pilota di Formula 1 e la madre la moglie di un gangster della Yakuza! Masashi, il figlio minore, grazie ai sogni della famiglia, riesce a realizzare il suo: affermarsi come fotografo, specializzandosi nel ritrarre con originalità altre famiglie, regalando loro ricordi indelebili. La sua carriera subisce però un arresto quando il Giappone viene colpito dal terremoto del 2011. Intenzionato a fare qualcosa di utile, Masashi si unisce a un gruppo di volontari in un’importante missione: recuperare le foto e gli album di famiglia andati perduti e restituirli ai proprietari...
Foto di famiglia s’ispira alla storia vera del fotografo Masashi Asada. Più precisamente prende spunto da due libri di fotografie i cui rispettivi temi potrebbero essere così riassunti: la natura dei legami che tessono una famiglia e l'ineguagliabile potere della fotografia. Il primo album riunisce le foto di una famiglia. E non una qualsiasi: quella del fotografo stesso. In queste fotografie, che trasmettono la gioia di stare insieme, lui, suo fratello e i loro genitori si sono travestiti da pompieri, da membri di un gruppo rock, da supereroi, da membri di un clan Yakuza, mettendo in scena tutte le vite che avrebbero potuto o voluto vivere. Nel secondo album, Asada racconta la sua esperienza con un gruppo di volontari dopo lo tsunami che ha colpito il Giappone nel 2011. La sua missione: “salvare” le foto e gli album di famiglia perduti nel crollo delle case. Così il fotografo, diventato anche volontario, smise di fare foto e cominciò a osservare quelle degli altri: foto di famiglia scattate da persone anonime, foto di classe, foto delle vacanze. L'unica traccia lasciata dai dispersi, il cui valore era diventato inestimabile, molto più preziose di tutti beni che si possono possedere. Grazie al lavoro dei volontari, in pochi mesi sono state restituite ai proprietari più di 60.000 foto! La sorprendente storia di Masashi Asada, fatta di momenti di gioia condivisa, solidarietà e immancabile ottimismo, ha entusiasmato il Giappone. «Inizialmente è stato il mio produttore, Shinji Ogawa, a farmi conoscere l'album fotografico di Masashi Asada! Fin dalle prime pagine sono scoppiato a ridere e allo stesso tempo mi ha scaldato il cuore. Per realizzare queste foto uniche, ci voleva la totale fiducia e collaborazione della famiglia del fotografo, e ho capito che questo progetto nascondeva sicuramente una bellissima storia familiare. Nei miei film ho sempre raccontato storie familiari, e devo ammettere che queste foto hanno avuto su di me un effetto irresistibile fin dalla prima visione. Inoltre, durante le mie ricerche preparatorie, mi sono interessato alla vera famiglia Asada e mi sono affezionato sempre di più a loro». (Ryôta Nakano)
Trailer: https://youtu.be/EArKymhdOe0 |
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| Nuovofilmstudio incontra la fotografia
III appuntamento:
Letizia Battaglia - Giuliana Traverso - mostra collettiva "L'altra metà del cielo" | |
| gio 7 mar
h.19.00 - inaugurazione mostra - ingresso gratuito h.20.00 - proiezione cortometraggio - Io sono qui. Giuliana Traverso - ingresso gratuito h.21.00 - proiezione film - Letizia Battaglia. shooting the mafia - ingresso soci 5€ - non soci 6€
Nuovofilmstudio, in collaborazione con Circolo Fotografico Saonensis DLF e FAI Gruppo Giovani Delegazione Savona, vi invita al terzo appuntamento della serie dedicata alle più interessanti e innovative figure della fotografia contemporanea. In occasione della Festa della Donna, il Saonensis ha proposto un ritratto femminile e la scelta è ricaduta su Letizia Battaglia. Anche il FAI torna in piena forza, non solo a sostegno dell'iniziativa, ma, attraverso la Dott.ssa Michela Vernazza, curando l'introduzione al documentario serale. Si ripropone, in quanto parte integrante e trainante di tutto il progetto, la mostra fotografica collettiva curata dal Circolo Saonensis stesso, significativamente chiamata L'altra metà del cielo. A impreziosire la già cospicua offerta e quale proposta per la Festa della Donna volta a cogliere respiro artistico e ricchezza di sfumature e di sensibilità della figura femminile, ricordiamo la proiezione aggiuntiva de Io sono qui. Giuliana Traverso. Il cortometraggio verrà introdotto dalla critica della Storia della fotografia Orietta Bay e da uno dei due registi, Samuele Mancini, che avremo il piacere di ospitare in sala. Entrambi ci parleranno anche di un più strutturato omaggio, un vero e proprio lungometraggio che sta entrando in lavorazione, incentrato sulla vita e l'opera artistica di questa importante esponente genovese della fotografia italiana contemporanea. Ricordiamo che l'intero appuntamento è aperto a tutti e invitiamo la base sociale del Nuovofilmstudio e tutti gli amanti della fotografia e dell'arte a sostenere l'iniziativa. Possiamo comunque affermare come la scommessa di portare approfondimenti alla cultura e all'arte fotografica, nonché di offrire spazi e visibilità ai fotografi del territorio, stia regalando risultati di pregio e si stia sempre più consolidando. Un cammino, per nulla scontato, intrapreso giusto un anno fa insieme agli Amici di tutto il Saonensis e al Gruppo FAI Giovani Savona: grazie, e, avanti così!
Letizia Battaglia - shooting the mafia di Kim Longinotto Irlanda 2019, 97'
Un ritratto personale e intimo su Letizia Battaglia, fotografa palermitana e fotoreporter per il quotidiano L’Ora. Dalla fotografia di strada, per documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia è stata una figura fondamentale nella Palermo e nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta. Intrecciando interviste e testimonianze d’archivio, Kim Longinotto racconta un’artista passionale e coraggiosa, mostrando non solo un’esistenza anticonformista, ma anche uno spaccato di storia italiana. In cerca di una libertà che passa per il sogno di una Sicilia sciolta dalle catene della mafia. Letizia Battaglia è nata a Palermo nel 1935. Si sposa a 16 anni, ha 3 figlie, e inizia a lavorare come giornalista dopo il divorzio, nel 1971. Prende in mano una macchina fotografica quando scopre che avrebbe potuto vendere i suoi articoli, con più successo, se fossero stati accompagnati da immagini. È così che scopre la passione per la fotografia. Battaglia ha scattato quasi 600.000 immagini per L'Ora, fino alla sua chiusura nel 1990. Nel corso degli anni ha documentato la feroce guerra interna della mafia e il suo assalto alla società civile trovandosi, a volte, sulla scena di quattro o cinque diversi omicidi in un solo giorno. Il suo lavoro l’ha portata a produrre immagini iconiche che sono arrivate a rappresentare la Sicilia e la mafia in tutto il mondo. Le sue fotografie sono state descritte dal New York Times come «Raccapriccianti, inquietanti, tragiche e, spesso, dolorosamente poetiche».
«Nel film esploriamo la storia di questa straordinaria siciliana che ha sfidato l'autorità maschile, la cultura e la società pervase dalla mafia. Letizia non solo ha fatto infuriare la mafia fotografando coraggiosamente i loro crimini, ma lo ha fatto apertamente in un momento e in un tempo in cui tutto ciò era sconosciuto. Le sue fotografie sono sorprendentemente grafiche ma anche, stranamente, hanno una specie di bellezza che spezza il cuore. Puoi percepire la sua risolutezza, una sorta di resa dei conti, chiara, contro crimini impuniti. Sta affrontando il male e sta mostrando un grande coraggio per rivelare la loro codardia. Lei è il mio eroe». (Kim Longinotto)
«Sono stato salvata dalla fotografia. Ero una donna giovane, intelligente, disperata. Il mio incontro con la fotografia mi ha permesso di esprimere i miei pensieri, la mia ribellione, il mio impegno sociale e politico». (Letizia Battaglia) |
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