News28 maggio 2020 14:48

Come cambierà: Michele Napolitano, Docente universitario

Didattica a distanza: un po’ di sano pragma non guasta…

Come cambierà: Michele Napolitano, Docente universitario

Oggi, per lo spazio di approfondimento “come cambierà”, si è scelto di trattare un tema fondamentale di sempre, ora particolarmente caldo: l’istruzione. L’emergenza sanitaria ha costretto necessariamente docenti e studenti alla cosiddetta “dad”, didattica a distanza, in molti paesi già utilizzata a integrazione delle lezioni in presenza.

L’Italia da questo punto di vista (e non solo) era decisamente impreparata. Moltissimi docenti e con loro studenti e famiglie non avevano mai sperimentato tale modalità di insegnamento prima di marzo.

All’inizio del lockdown ci sono stati momenti di grande confusione, anche a causa delle scarsità di linee guida giunte dal Ministero all’Istruzione che, spiace ma è doveroso sottolinearlo, era a sua volta del tutto impreparato e non ha saputo gestire l’emergenza in modo tempestivo.

Tuttavia la maggior parte dei docenti non si è certamente fermata, anzi. Moltissimi di loro si sono attivati con le piattaforme zoom, classroom, o anche skype, whatsapp, prima ancora che venissero indicate quelle ufficiali. Hanno lavorato molto più del consueto per non perdere anche solo un allievo, per non far sentire nessuno “abbandonato” e per fare in modo che nessuno “abbandonasse”.

Hanno dovuto far fronte alle numerosissime difficoltà di allievi che nella maggior parte dei casi, benché conoscano perfettamente i social network, non avevano mai fatto un pdf, un documento word, e addirittura non avevano un indirizzo mail. Diverso è il caso dei docenti e degli studenti universitari, che certamente sono più preparati a gestire strumenti (ed emozioni) rispetto agli insegnanti e ai bambini/ragazzi della scuola primaria e secondaria. Ciò non significa che anch’essi non abbiano incontrato le medesime difficoltà (connessioni a volte ballerine, macchine non adeguate a supportare le lezioni a distanza, e molto altro). Eppure, come tutte le situazioni estreme, anche questa ha permesso ai docenti e ai loro studenti di sperimentare potenzialità prima inespresse.

Ci parla della sua esperienza il professor Michele Napolitano, Docente Ordinario di Lingua e letteratura greca presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Racconta di aver iniziato il suo corso per la Laurea triennale ai primi di marzo, in aula, e di essersi trovato immediatamente nella situazione di dover proseguire a distanza. E l’ha fatto, riuscendo a concludere tutto il modulo secondo le ore (settantadue) previste.

Per ascoltare il Prof. Michele Napolitano cliccare QUI

Sottolinea la grande fatica, per il docente, di condurre lezioni non in aula, perché si è reso conto che di fronte a uno schermo non sono permesse “divagazioni”, le quali fanno comunque parte dell’insegnamento, specie se si tratta, come nel suo caso, di discipline umanistiche. Con la “dad” è fondamentale mantenere una concentrazione assoluta sull’argomento da trattare e in questo modo le lezioni sono forse più «secche, scarnificate» rispetto alle altre. Di contro la nuova modalità didattica gli ha permesso di svolgere una parte di programma che forse in aula non avrebbe trattato: per esempio è riuscito a leggere per intero un libro dell’Odissea come si era prefissato, nonché altri autori. Cosa inedita, per il professore, che testimonia quindi le positività della lezione a distanza, nella quale si riesce a «dire di più, a leggere di più». Non ha dubbi, il professor Napolitano, circa il fatto che la didattica a distanza non potrà e non dovrà mai sostituire quella in presenza; è evidente che ciò è avvenuto perché ci siamo trovati in una situazione emergenziale che come tale andava affrontata, adeguandosi. Pena il non fare lezione, che certamente sarebbe stato un prezzo da pagare molto più alto rispetto a quello di finire l’anno accademico (o scolastico) a distanza. È mancato, al professore, come a tutti i docenti, il non poter avere il riscontro immediato dei propri alunni: «gli occhi e gli sguardi», da sempre rivelatori dell’interesse, della comprensione e dell’attenzione di una classe. Riflette sul fatto che in futuro, in seguito a quanto accaduto, sarà importante discutere del ruolo della “dad”, evitando in modo netto «prospettive catastrofistico-apocalittiche». Tra le tante lette in questi giorni, quella del noto filosofo Giorgio Agamben, che con accenti profetici scrive: «i professori che accettano – come stanno facendo in massa – di sottoporsi alla nuova dittatura telematica e di tenere i loro corsi solamente on line sono il perfetto equivalente dei docenti universitari che nel 1931 giurarono fedeltà al regime fascista». Parole che sconfinano nel «grottesco»; è scontato, ribadisce il professor Napolitano, che chiunque abbia in mente «derive tecnocratiche» che mirino alla sostituzione della didattica in aula con la didattica a distanza dovrà incontrare opposizione da parte degli insegnanti e degli studenti stessi. È altrettanto importante, però, che i docenti si facciano trovare pronti e responsabili, e attivi, per capire quale ruolo poter affidare alla “dad” in una situazione normale, non più emergenziale. Seguendo il ragionamento del nostro ospite, senza raccontare il migliore del mondi possibili ai propri studenti ma senza nemmeno, come conclude, far passare l’idea che «il mondo sia solo orrore e brutture». Pensiamo a Louise Michel (1830-1905), insegnante, comunarda, anarchica di cui domani, 29 maggio, ricorrono i 190 anni di nascita. In seguito al suo arresto e all’esilio cui fu costretta giunse a Nouméa e lì, in condizioni estreme, riuscì a insegnare ai figli dei deportati e fondò una scuola femminile. Il docente, come il medico, e come poche altre professioni, è una missione. Sarebbe ora di valorizzarla di più e meglio, e di smetterla soprattutto dopo quanto accaduto con titoloni polemici che squalificano tutti gli insegnanti ma soprattutto raccontano inutili falsità (uno fra i tanti, «l’ultimo giorno di scuola rubato ai nostri ragazzi»); sarebbe ora di unire le forze per capire come ripartire a settembre in sicurezza: per i docenti, per gli alunni e per tutti.

«Un po’ di sano pragma non guasta», chiosa il professore con un sorriso.

E noi con lui.

 

 

 

 

Gli interessi di studio del professor Napolitano si concentrano soprattutto sul teatro attico di quinto secolo, e in particolare sulla Commedia Antica e sul dramma satiresco; sulla lirica arcaica e tardo-arcaica; su problemi di metrica, e su questioni di fortuna del classico, soprattutto in ambito storico-musicale.

Nel 2012 ha pubblicato per l’editore Antike di Mainz un’edizione commentata dei frammenti dei Kolakes di Eupoli. Nel 2009 è uscito in ‘Storiografia’ un suo lungo articolo sulle lettere di Aldo Moro dalla prigionia. Dal gennaio 2014 è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Accademia Chigiana di Siena. Scrive pezzi di argomento musicale per il magazine online dell’Enciclopedia Italiana, trentacinque dei quali raccolti in volume (Cadenze d’inganno. Scritti di musica, Brescia 2016). Di prossima pubblicazione un lungo commento al frammento 155 K.-A. del Chirone di Ferecrate e la voce ‘Aristofane e i comici dell’archaia’ per una Storia del teatro antico in preparazione per Carocci.

 

Si segnala un appuntamento su Cultura e Tecnologia: La scuola in tempo di Covid-19, in programma per oggi pomeriggio alle ore 18.30, organizzato da Fidapa BPW Italy sezione Genova (accesso dalla pagina facebook): con Arianna Viscogliosi, Donatella Ferraris, Alberto Diaspro e Piermario Grosso.

Ricordiamo che l’idea dello spazio “come cambierà” nasce dal video 9 del progetto IO RESTO ANCORA A CASA – ASPETTANDO (di Chiara Pasetti e Mario Molinari, con l’adesione di Achille Lauro), che era dedicato al tema del lavoro: https://youtu.be/myRFTTG9N8s

Chiara Pasetti

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