News03 giugno 2020 14:47

Come cambierà: gli studenti, quelli belli

La costante e irrinunciabile sinergia dei gemelli Borghesio

Come cambierà: gli studenti, quelli belli

Parliamo ancora di scuola, oggi, per lo spazio “come cambierà”. E lo facciamo, a differenza della scorsa settimana in cui è intervenuto un professore universitario (Michele Napolitano), con la testimonianza di due studenti, entrambi al secondo anno di università: i fratelli gemelli Edoardo e Enrico Borghesio. Il primo è iscritto al Corso di Lettere Moderne presso l’Università  degli  Studi  di  Torino, Enrico è  invece iscritto al Corso in Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione presso il Politecnico sempre a Torino.

 Chi scrive ha conosciuto Edoardo durante l’open day del liceo classico di Novara, quattro anni fa, del quale egli era studente al quarto anno, indirizzo tradizionale. Ero rimasta colpita dall’entusiasmo con cui Edoardo parlava della sua scuola ma più ancora dalla sua disponibilità e gentilezza, e dalla sua capigliatura riccioluta. Nel suo profilo fb, anni dopo, ho scoperto che si definisce «ricciolo e istrionico»! Ho incontrato il fratello gemello, Enrico, qualche tempo dopo.

 Legatissimi da ogni punto di vista, dopo la fine del liceo, classico appunto nel caso di Edoardo e scientifico nel caso di Enrico, anche per la scelta universitaria si sono differenziati in modo netto. Ma hanno ben più di un punto in comune, al di là del dato di fatto, ovvio eppure non scontato, di essere gemelli: sono infatti entrambi appassionati di cinema e teatro, hanno seguito per tre anni un corso di recitazione alla Scuola del Teatro Musicale di Novara e alla fine del 2015 la loro passione li ha portati a fondare  la compagnia teatrale amatoriale “Terzo Polo”, costituita da ragazzi della provincia di Novara, per cui scrivono, dirigono e interpretano gli spettacoli.

 

Il Terzo Polo ha permesso loro di esibirsi  nei  due  principali  teatri  cittadini  di  Novara,  oltre  che  nei  castelli  di  Novara  e  Galliate all’interno  di  rassegne  cittadine  e  nell’antonelliana Casa Bossi. In questi e altri luoghi li ho potuti ammirare in numerosi adattamenti teatrali da I promessi sposi, Il Mago di Oz, Dracula, Don Quichotte. Oggi ci raccontano la loro esperienza con la didattica a distanza, che come si può ascoltare dalla loro voce è per certi aspetti simile e per altri differente. Edoardo sottolinea che nella sua università, rispetto a quella del fratello e ad altre, la “dad” si è attivata relativamente tardi, gli strumenti non erano evidentemente pronti per fronteggiare l’emergenza. Una volta partita, comunque, si è svolta in modo abbastanza soddisfacente.

 A suo parere il lato maggiormente debole nonché faticoso è stata la comunicazione degli aspetti didattici agli studenti, non sempre veicolati in modo preciso e puntuale. Talvolta sono state spostate le date di alcuni appelli d’esame senza il necessario preavviso, e i docenti si sono organizzati spesso in modo autonomo e non coordinato nella conduzione delle proprie lezioni (cosa del resto non imputabile ai docenti stessi bensì alla situazione emergenziale del tutto imprevista). Edoardo conclude la sua testimonianza con la speranza che l’anno accademico riparta a settembre con un’organizzazione più strutturata.

Enrico, dal canto suo, fa notare che il Politecnico di Torino è stato fra i primi atenei italiani ad attivare la didattica a distanza. I docenti e l’università stessa hanno seguito e sostenuto gli studenti via mail, chiedendo loro pareri e testandone impressioni e «umori». Certamente il corso di laurea di Enrico, essendo a indirizzo scientifico, richiede una cooperazione maggiore degli studenti, ovviamente molto difficile da realizzarsi a distanza.

 Alcuni corsi che prevedono aspetti informatici e di programmazione sono stati molto faticosi: collaborazione e lavoro di gruppo vengono inevitabilmente a mancare, e taluni esami sono stati rinviati e recuperati nella sessione di aprile per le numerose criticità cui hanno dovuto far fronte e gli studenti e i docenti. Nel complesso Enrico si dichiara comunque, al pari del fratello, abbastanza soddisfatto. Malgrado dia atto all’ateneo che frequenta di essersi già organizzato per settembre, spera tuttavia in una comunicazione più «trasparente» e attenta nei confronti degli studenti. Colpisce il fatto che entrambi notino quanto la modalità di dare esami da casa attenui notevolmente lo stress: stare davanti al proprio pc permette di avere meno «agitazione».

Da nostalgica e tradizionalista quale sono (nonché ansiosa che ha dovuto combattere contro le proprie angosce da prestazione pre esami!), a mio avviso uscire e recarsi in università, e sostenere l’esame di fronte al docente, costituisce un aspetto fondamentale del percorso di studi.

Abituarsi a gestire lo stress “senza schermi” e filtri, vincere la timidezza di parlare magari in presenza di altri studenti, sono fattori di crescita a mio avviso irrinunciabili in un (ogni) percorso formativo e umano che debba preparare ragazzi e ragazze al futuro. Ci auguriamo che gli studenti universitari, e non solo, non si adattino a quella che potrebbe diventare una (ennesima) confort zone, infeconda però per lo sviluppo della propria persona.

Non è comunque il caso dei due studenti di oggi, che da anni, tra le loro tante attività, si esibiscono sul palco! Non tutti hanno però la loro fortuna: non solo grande motivazione, passione e dedizione nei confronti dello studio, ma un fratello (gemello), con cui da sempre vivere in «costante e irrinunciabile collaborazione e sinergia». La stessa che si vorrebbe, ora, tra rettori, dirigenti, docenti, genitori, studenti, di ogni ordine e grado scolastico, e più (e prima) ancora, come già sottolineato altre volte, da parte di chi può e soprattutto deve pensare, subito, al futuro della scuola italiana.

Auguri di cuore agli studenti per la fine di questo difficile anno scolastico e accademico, e ai nostri ospiti di oggi… A cui si addice a pennello, scusate il gioco di parole, la frase «c’hai fatto col pennello ma’»! (da Roma, di Achille Lauro).

 

Edoardo & Enrico Borghesio

Potete ascoltare i loro interventi cliccando QUI e QUI

I gemelli Edoardo & Enrico Borghesio sono nati a Ciriè (Torino) il 27 maggio 1999 e vivono a Galliate  (Novara). All’interno dell’ambito  liceale  hanno  entrambi  partecipato  in  maniera  molto  attiva  a vari  progetti, collaborando all’organizzazione  di  eventi  all’interno  della  Biblioteca  cittadina. Edoardo ha redatto qualche articolo per il Corriere di Novara e ha  ricoperto  per  un  anno la  carica di  rappresentante  di  istituto  presso  il  suo Liceo:  per  l’impegno profuso  in  variegate  attività  ha  ricevuto  due  borse  di  studio. In quinta superiore Enrico ha diretto la realizzazione di un Lip Dub per il proprio liceo scientifico: https://vimeo.com/248873561

 

A  fine  2015  hanno  fondato  insieme  la  compagnia  teatrale  amatoriale  Terzo Polo, di cui gestiscono i canali social:  

https://m.facebook.com/CompagniaTerzoPolo/

 

Il  copione  scritto  dai  fratelli  Borghesio sui Promessi Sposi di Alessandro Manzoni è stato menzionato da due premi nazionali e ha vinto il premio Dimidimitri del Franco Agostino Teatro Festival di Novara. 

Fanno parte della Consulta della Cultura, Beni Culturali e Turismo del Comune di Galliate da gennaio 2020. Nel 2019, insieme ad altri appassionati, hanno creato un blog incentrato su James Bond, chiamato Protocollo Bond:  https://protocollobond.wordpress.com/

 

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Ricordiamo che l’idea dello spazio “come cambierà” nasce dal video 9 del progetto IO RESTO ANCORA A CASA - ASPETTANDO, per la regia di Mario Molinari e l’adesione di Achille Lauro, che era dedicato al tema del lavoro: https://youtu.be/myRFTTG9N8s I gemelli Borghesio hanno partecipato a diversi video del progetto interpretando, tra gli altri, Bouvard e Pécuchet (dal romanzo di Gustave Flaubert).

 

Chiara Pasetti

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