Mezza politica29 giugno 2020 06:27

Regionali: la resa dei conti

Il Partito Democratico dovrà ormai risolversi per forza a dire un sì o un no, dopo l’appello del Movimento 5 Stelle per Aristide Massardo

Regionali: la resa dei conti

D’altra parte le segreterie nazionali scalpitano, specie da quando il centrodestra ha definito le squadre per le prossime regionali: pur con qualche boccone amaro da ingoiare (in primis per lo stomaco di Salvini) alla fine i giochi sono stati risolti e le pedine sono pronte sullo scacchiere.

Non così per il campo progressista allargato ai Cinquestelle che sembra annaspare un po’ dappertutto: non solo in regioni dove l’alleanza sarebbe impensabile come la Campania, ma anche in quelle come la nostra povera Liguria dove di coalizione giallorossa si parla da tempo.

Eppure mesi di trattative, tavoli, chat non hanno risolto niente; anzi hanno esacerbato vecchi rancori e partorito nuove inimicizie.

Abbiamo visto scorrere fiumi d’inchiostro, più d’una decina di nomi, litigi e corna, sarcasmi e frecce avvelenate: il peggio del peggio.

Risultato, fronte progressista ligure fermo al palo per mesi mentre Toti imperversa 7/24.

A Roma però delle antipatie locali importa poco: c’è un governo da tenere in piedi tra mille difficoltà, troppe per aggiungervi dispetti e sgambetti squisitamente locali.

Quasi pare di vederli, i big nazionali costretti per una volta a ricordarsi di questa lingua di terra che porta più problemi che gioie riuniti in cerca di un nome non troppo “divisivo”, termine usato e abusato che si tratti del 25 aprile, dei diritti civili o della dieta vegana.

Adesso i Cinquestelle si sono esposti formalmente con una nota che ha il sapore dell’aut aut: “dopo i confronti avvenuti con le forze di centrosinistra, riteniamo che il professor Aristide Massardo possa essere la scelta migliore. Non si comprende dunque per quale ragione vi siano ancora titubanze e resistenze”.

Tradotto, il PD è all’angolo e la situazione dovrà risolversi non più a giorni ma a ore.

Resta da capire cosa deciderà di fare la parte di sinistra che sostiene Ferruccio Sansa. 

Sinistra Italiana ha già fatto sapere di ritenere inaccettabile l’appello del M5S: “è sorprendente che il movimento proponga lo stesso nome che ieri è stato sponsorizzato sia dalla Paita, sia da Renzi. Pensiamo che sia assolutamente necessario, se vogliamo salvare l’alleanza, un incontro urgente della delegazione politica per riportare il confronto sul piano della necessaria coerenza tra il programma e il candidato Presidente, arrivando ad una decisione rapidissima anche nel rispetto del nostro elettorato. Per parte nostra, come già più volte abbiamo sostenuto, riteniamo che il candidato che meglio di ogni altro può rappresentare la connessione tra il programma e la capacità di costruire un vasto consenso generale è il nome di Ferruccio Sansa, che peraltro è il primo nome indicato dal Movimento 5 Stelle nel corso di questa lunghissima trattativa ed è quello proposto da tutte le forze del tavolo nazionale, PD compreso, il 10 giugno scorso.”

Altre reazioni presumibilmente arriveranno in giornata, e a giudicare dalla notte che si è svolta su Facebook voleranno coltelli.

Comunque andrà a finire lo sfibrante ballottaggio, possiamo dire fin d’ora che si è trattato di una pessima pagina di politica: quel genere di politica che nausea e che tiene lontani dai seggi. 

Quella, forse, che auspicava Craxi quando consigliava “andate al mare”.

Ecco.

Qui siamo al mare.

LNS

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